Uscire è stato un bel problema:
non è più come una volta che mettevi una cartina sul volante
e buttavi un occhio lì e uno alla strada,
adesso c’hai il telefono che fa da navigatore e t’affidi a
lui
ma tra i palazzi di Madrid prende male e ti manda a zonzo
per la periferia.
Quando però si riesce ad uscire, fuori dal traffico mi
ritrovo su un’autostrada
che corre su un altipiano, saliscendi con rettilinei
interminabili
bellissima, ben tenuta e liscia.
“Mi passi i cd?”
“Te li do io, te guida,quale vuoi?”
“The division bell”
“Le tue solite noie”
Metto tutti e due gli auricolari, almeno non la sento
e poi questa va ascoltata con due auricolari sennò due
orecchi che ce l’hai a fare?
La strada corre che è una bellezza, sento solo musica
“What do you want from me”
Mi fermo a fare il pieno in un posto stupendo, un
paesaggio con terra arata,
non campi ma terra, distese infinite di terra arata,
solo un distributore in cui ci sono solo io
vento a stuffo, ad almeno 40 chilometri all’ora.
La commessa dice che è sempre così.
Da un boschetto distante scappa fuori un’antenna:
l’unica casa nel giro di millanta chilometri.
Si riparte “A great day for freedom” che gusto
viaggiare così!
Metto la musica a palla “Take it back”:
il paesaggio mi viene incontro,
sullo sfondo decine e decine di pale eoliche
“Coming back to life”
190 e non ti accorgi: un camion che era un puntino
passa dietro in un lampo
“And headed straight . . . into the shining sun”
(E
mi sono diretto . . . verso lo splendore del sole)
Mi
stacca un auricolare e mi urla di andare piano.
“La
prossima volta fai le vacanze da solo”
“
E non dire magari che t’ho sentito”
“Ma
non l’ho mica detto”
“L’hai
pensato, stronzo”
Passa
Saragozza verde di oliveti e campi ben lavorati
poi
giù fino a Llerida e infine s’arriva a Girona.
Entriamo
in albergo e leggo un depliant della città:
mi
pare bellina e si esce a vederla.
Uno
spettacolo! con la cattedrale in cima ad una scalinata
che
ti fa sentire suddito da subito, senza che te lo dica nessuno;
mura
possenti con poche finestre che ti guardano
e
che ti fan capire che al potere non gliene frega niente di te,
sei
te che devi stare attento a lui.
Entro
nella chiesa di san Feliu e uno che fa i biglietti
mi dice di ripassare fra dieci minuti
mi dice di ripassare fra dieci minuti
che
lui va via e si può entrare gratis.
Gli
dò retta e aspetto, ma la voglia di entrare è tanta,
perché
da una prima occhiata pare veramente bella,
entro
lo stesso e lui non mi chiede niente.
Sta
città è davvero piacevole, penso che sarebbe un bel posto per viverci
per
la bellezza delle strade, con la gente felice della provincia
la
serenità delle province di tutto il mondo;
donne
con la sporta della spesa, una che dà da mangiare gli avanzi a un gatto,
gerani
alle finestre e giovani in giro e nei bar
o
forse ero io ad essere felice a godermi quella bellezza.
Domattina
si riparte, si va ad Antibes.
E’
dai tempi del liceo che ho tra le mani un libricino
“Picasso-
Antibes” è dai quei tempi che volevo venire fin qui,
a
respirare quest’aria e ad entrare in questo castello di ladroni
che
adesso è allestito apposta per lui
come
se l’arte avesse scacciato il potere e l’arroganza.
Ci
sono posti al mondo che vorrei vedere,
posti
che ho nella mente e che ogni tanto ritrovo nella memoria,
ma
questo non è mai stato in un angolo ad aspettare,
è
sempre rimasto in prima fila e, nel salire le scale, quasi tremavo di paura,
temendo
che non sarebbe stato come l’avevo sognato,
ma
la paura all’improvviso scompare davanti alla “joie de vivre”
e
poi la capra, il mangiatore di ricci, Nù che dorme sul letto blu
e
i bellissimi fauni che suonano il doppio flauto
Provo
a farmi fare una foto davanti alla capra,
ma
una stangona bionda mi dice che non si può
allora
le do la macchinetta e le dico che me la faccia lei,
no,
dice che non si può
“Ma
che cazzaccio ti costa, dai, fammi ‘sta foto”
Sarà
stato che gliel’ho detto con un sorriso da un orecchio all’altro che me l’ha
fatta,
ma
ha preso solo mezzo quadro la “ stronza” (gliel’ho detto quando ho visto la foto a
casa).
Cena
in una piazzetta, chissà se Lui ha mangiato qui
se
l’ha fatto non ha pagato di sicuro sto conto per mangiare sta schifezza!
Domattina
si riparte: ho tolto un altro sogno dal cassetto
e
francamente non so se essere felice o no
Quasi
mi dispiace non sognare più di venire qui a vedere questo castello
dove
la gioia per la vita ti arriva dentro e si spande
come
quando in quelle giornate chiare di gennaio
mandi
giù un thè caldo mentre fai quelle boline che ti infilzano spilli in faccia.
Domattina si riparte, mi farò accompagnare da The dark
side of the moon,
metterò
di nuovo l’auricolare per spararmi la musica dritto nel cervello
Brain damage (tanto per stare in tema) e The great gig
in the sky.
Questa la conosco...Gerona....pensa che qui ho visto la mia prima corrida (però non dirlo agli anti-corrida) e ho scoperto che i posti in "ombra " e "sol" cambiavano come si spostava la luce per cui avevi pagato di più e dopo eri al sole lo stesso. Anche a me è piaciuta tantissimo la cittadina e non c'erano anora le palle eoliche e ci ho mangiato una paella che ancora me la ricordo (ascolti belle canzoni però)
RispondiEliminama come si fa a guidare con due cuffie e le musica nelle cuffie a manetta? mica è da sognatori, è da kamikaze
RispondiEliminaMa vorrai scherzare??? :)))
EliminaE' il massimo della vita: tu, la musica, e le cose che si espandono dentro...
Uomo, hai tutto il mio sostegno ;)
Non conosco Gerona, ma sono stata a Siviglia, Cordoba, Granada, Ronda e mi sono molto piaciute, così come la simpatia e il calore degli spagnoli.
RispondiEliminaI sogni....a volte, quando si realizzano, si scopre che non sono più così belli come li avevamo immaginati, perchè il desiderio e l'attesa li avevano resi magici e la magia, alla fine, si sa che non esiste. E' comunque bello che tu abbia realizzato questo.
Un abbraccio!
Eccoti qua!
RispondiEliminaGirona l'ho vista anch'io e ci sono capitata durante una festa dei fiori che aveva ornato tutta la città con composizioni floreali fantastiche, penso di aver fatto quella stessa scalinata e ammirato quelle mura che descrivi tu.
Ricordo le aiole con ciottoli bianchi da cui spuntavano rami di cotone con ciuffi candidi che mi piacquero tanto che ogni anno ci provo a coltivarlo.
Bello il tuo raccontare il viaggio, immerso nella musica che più ti piace, con l'aria in faccia alla ricerca dei tuoi miti.
à bientot...
Adriana, anche io c'ho mangiato la paella ed era ottima, ti piacciono i Pink?
RispondiEliminaAmanda, se ci provi una volta lo fai sempre, e poi anche i kamikaze sognano
Gioia, mica si capisce se mi prendiper il cubo o fai sul serio!
Ketherine, è "il sabato del villaggio" quello che fa apparire bella la domenica
nina,il prossimo viaggio mi piacerebbe farlo sulla route 66 ma credo che rsterà per sempre un sogno
ma è bello anche così.
Ciao Massimo, complimenti per la simpatica narrazione, per i luoghi che hai visitati e per la musica che ami ascoltare. Quando viaggiavo con mio marito, la musica l'ascoltavamo insieme. Ciao ciao.
RispondiEliminaNiente da dire sull'efficacia della narrazione e la descrizione "espressionista" dei luoghi visitati, ma voglio esprimere la mia solidarietà alla pazienza di Bruna per averti sopportato in questo viaggio e capisco perché non voglia più venire con te...come in barca a vela :D
RispondiEliminavolevo scrivere "impressionista" ;)
EliminaLa musica che ascolti è quella della nostra giovinezza ed è stato un bel periodo per la musica, tutta. I Pink Floyd sono stati un gruppo molto trasgressivo, per me, ma sapevano come farsi ricordare per sempre.
RispondiElimina"Quasi mi dispiace non sognare più di venire qui a vedere questo castello dove la gioia per la vita ti arriva dentro e si spande..." Non dispiacerti, credo tu ne abbia parecchi di sogni ancora da "sbucciare" e il prossimo viaggio ti vedrà con in corpo lo stesso entusiasmo.
Ciao narratore.
Cialili, facciamo un pulmino, ci mettamo dentro tutti quelli che vogliono esserci e viaggiando ascoltiamo tutta la nostra musica.
RispondiEliminaLuigina,ero rimasto un po' perplesso per l'espressionista, adesso sto molto meglio, grazie.
Sari, mi fai venir voglia di partire adesso, i Pink, prima che li capisse il grande pubblico li aveva capiti Antonioni che li volle per fare la colonna sonora di Zabriskie point, poi loro si incazzarono perchè lui voleva che la facessero come la voleva lui e allora fecero due pezzi.
Ciao a tutte e grazie.
La prossima volta devi fare fuori stagione gli itinerari daliniani e le piccole città sulle colline dell'interno. Chiedi e ti mando tutte le dritte del caso.
RispondiEliminaBye
Vedo adesso dopo tanto tempo questo tuo commento e non posso fare a meno di ringraziarti per al presenza. Ciao
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