Quando si vara
la tua barca la vedi sempre più bella di tutte
e mentre entra
in acqua è come se entrassi te
le giri attorno
e fai tutto quel che serve per
non far salire gli operai con gli scarponi
controlli che
tutto funzioni come se avessi paura che qualcuno l’avesse maltrattata.
“Max, MAX, dove
sei?”
Non finisco di
chiamarlo che lo vedo rotolarsi sulla banchina.
Io ho accostato
la barca e lui con un balzo carpiato - raggruppato
ha tentato di
portare i suoi 110 chili in banchina
e adesso rotola
sul pavimento di legno sospirando
“Oddio”
Comincia così
una avventura che doveva portarci tutti due dal Tevere alla Sardegna.
La sera
guardiamo il meteo e decidiamo che è meglio rimandare,
la mattina
dopo, alle 6 e mezza accendiamo il motore e si va.
Se ci
sbrighiamo ci lasciamo il ventone alle spalle.
Mentre tolgo
gli ormeggi trovo modo di infilarmi un chiodo sotto un’unghia
ma la barca è
partita e faccio appena in tempo a saltarci su
insanguinando
maglia, pantaloni e barca,
dovevo capire
anche da lì che non era giornata.
Difatti un’ora
dopo ero sdraiato sul pavimento che vomitavo il caffè
che anche se ne
avevo preso uno solo ne ho buttato fuori così tanto
che mi pareva
di avere una cuccuma al posto dello stomaco
ho perfino creduto di vedere un fil di fumo uscirmi da dentro
e ho pensato che forse era l'anima, stavo buttando fuori anche quella.
ho perfino creduto di vedere un fil di fumo uscirmi da dentro
e ho pensato che forse era l'anima, stavo buttando fuori anche quella.
Non siamo
riusciti a lasciarci il ventone alle spalle,
anzi, ce
l’avevamo proprio addosso, il log segna
28 nodi e dovrebbe aumentare
la barca sbatte
sull’onda ma è sicura e Palinuro (il pilota automatico) la tiene ancora in
rotta.
Max fa capolino
e mi chiede se ho fame
solo l’idea mi
fa venire un altro conato
ma esce solo
roba verdina con qualche striatura di sangue
Per tre ore si
va avanti così finché Max viene di sotto e mi dice
che sono tre
ore che stiamo navigando, ne abbiamo davanti altre 27
e se dobbiamo
farle tutte così secondo lui è meglio se si torna indietro
io con la testa
dentro il cesso condivido meravigliandomi che l’abbia capito così presto
dev'essere lo iodio che lo fa diventare così pronto nelle decisioni.
dev'essere lo iodio che lo fa diventare così pronto nelle decisioni.
Sento un
bestemmione che viene dalla banchina
e ancora in
coma mi affaccio al tambuccio
c’è Max
sdraiato sul pavimento di legno che si muove a malapena
“Cos’hai
fatto?”
“Ho dato una
testata alla gru, colpa del cappello con la visiera”
“Colpa tua no,
eh?”
Ha picchiato la fronte nel contrappeso di cemento della gru,
gli scappa il sangue dalla fronte e viene in barca a lasciarlo sulla coperta.
gli scappa il sangue dalla fronte e viene in barca a lasciarlo sulla coperta.
Lo medico e gli
attacco un cerotto,
la barca era di
un dottore e è piena di cerotti,
da ogni stipetto che apri escono pinze, garze e cateteri, forse era incontinente.
da ogni stipetto che apri escono pinze, garze e cateteri, forse era incontinente.
Si fa buio, la
barca è ormeggiata in qualche modo io sto meglio e vado a letto,
lui va a cena,
io no, ho fame ma ho paura di mangiare.
Speriamo che
stanotte il Tevere non s’ingrossi, domattina toccherà portarla in porto.
Adesso sono qui
seduto che aspetto il mio turno per la visita allo stomaco,
rileggo tutto e
mi pare che ci voglia una frasetta finale…
ecco, forse
questa va bene:
Quando le
giornate sono “no” sono “NO”