domenica 14 febbraio 2016

L'infarto di Max



“Oh Max  arrivo tardi che c’ho da fare”
“Quanto tardi”
“Almeno mezz’ora”
“Dai fà alla svelta che stamattina viene anche Chico”

Io mi do da fare a correre per la strada ma come sempre succede
più hai fretta più imbranati ti trovi davanti,
arrivo alla barca ma non vedo Max,
salgo ma non lo trovo, non c’è manco al cesso che è il posto che frequenta di più
c’è solo un capannello di gente più in là in banchina
da cui si stacca uno che mi viene incontro e mi dice che Max
l’ha portato via l’ambulanza perché gli è venuto un infarto.
Io lo guardo e mi vien quasi da ridere,
anzi non so proprio se mi sta prendendo in giro o dice sul serio.
Poi mi spiega che quando il figlio è arrivato
e l’ha trovato riverso sulla coperta con la cima d’ormeggio in mano
s’è messo a urlare disperato e qualcuno ha chiamato l’ambulanza.
Quello stronzo del dottore che c’ha la barca più in su, verso il mare,
passava da lì, l’hanno chiamato e lui è andato a vedere,
ha chiesto se era stata avvisata l’ambulanza
e a uno gli ha detto piano che non c’era più niente da fare e è andato via.
L’ambulanza è arrivata quasi subito, gli hanno infilzato una flebo e l'hanno portato via.
“Ma era vivo?”
“Certo che era vivo, hanno faticato a togliergli la cima dalla mano,
ma lui era vivo, è stato difficile portarlo dalla barca all’ambulanza
te capisci, più di cento chili…”

Mi metto a sistemare la barca che c’è un casino che non si capisce niente,
non fa mai niente e per una volta che ha preparato tutto per poco tira le gambe.
Anche il motore aveva acceso.
Porco boia, speriamo che non more, se mi muore 
chi ha voglia di andare a tribolare con la moglie la compagna e i figli!?
Già mi vedo con quelle due tracagnotte a tirar su 14 metri di randa;
no, no, piuttosto vado al largo, cavo l’elichetta del log e la faccio andare a fondo.
E adesso non so se perdere il tempo a mettere a posto o andare all’ospedale.
Faccio tutto lentamente per avere tempo di pensare
ma poi chiudo il tambuccio e vado all’ospedale a vedere se mi danno qualche notizia.

Fuori dal reparto di terapia intensiva trovo Chico che piange
“Oh, allora?”
“Proprio a me doveva capitare”
“Meglio a te che a casa, pensa se succedeva a casa,
la Cri si pisciava addosso paralizzata dalla paura e tuo babbo faceva in tempo a crepare”
“Cosa facciamo adesso?”
“Stiamo qui che se arrivano tua madre e la Cri si prendono per i capelli
e allora sai che bellezza”
Difatti sono arrivate e a me mi tocca barcamenarmi e badare ora all’una ora all’altra
“Cosa è venuta a fare quella puttana! Vuole l’eredità? Ma io le cavo gli occhi”
Ma quale eredità che è così ricco che fregherebbe gli spicci ai barboni
“Cosa cerca quella stronza che l’ha buttato fuori di casa e m’e toccato raccattarlo a me”
Ma guarda te che sto manichista  (segaiolo) mi fa tribolare anche da moribondo
come avrà fatto poi a scegliere ste due megere lo sa solo lui.
Ripenso alle cazzate che si fanno in barca e mi viene in mente
quando a Ostia ha preso a testate la gru e si è ribaltato sulla banchina semisvenuto
Mi vien da ridere e Chico mi guarda di traverso.
Chissà perché nei momenti più drammatici mi vien da ridere
a volte penso che l’essere scemo sia la mia salvezza
altrimenti dovrei fare una strage dentro casa
invece penso a una cazzata, rido e mi passa tutto.
Son tornato dopo un paio di giorni
“Son venuto a trovarti perché può essere che è l’ultima volta che ti vedo”
“Perché  vai via?
Lo sai che ho visto Dio?”
“Ma va? Che faceva ti offriva un bignè alla crema? o un caffè con la sambuca?
Ma perché invece non provi a vedere di dimagrire
che c’hai più lardo te che una stalla di porci?!”
Visita breve perché ricordo che quando l’infarto l’ho avuto io
non vedevo l’ora che quelli che mi erano venuti a trovare se ne andassero.
“Ciao Max, torno dopodomani”
Quando arrivo alla porta mi fà
“ Oh Numa  sai qual'è la canzone del grande puffo?”
“No”
“Ce l’ho grande ce l’ho blù…”
Camperà, ostia se camperà!