lunedì 16 settembre 2019

Vietato fumare in spiaggia


Sono sulla porta di casa che sto per andare a fare un’uscitina in barca
quando sul cellulare compare l’avviso di un evento al quale devo partecipare
“Mannaggia, oggi è la giornata di non so cosa
e tocca andare a Baia Flaminia a raccogliere i rifiuti in spiaggia”
“Potresti stare qui a lavare i vetri invece di andare a raccattare le cicche degli altri”
Non avrebbe manco torto quindi sto zitto e parto
Quando arrivo trovo un sacco di gente con magliette gialle e cappellino,
hanno già consegnato tutti i guanti,
ne è rimasto solo uno spaiato e mi danno la mano sinistra
o lo metto a rovescio o divento mancino; scelgo la prima.
 Mi assegnano a un gruppo composto da 4 persone,
tre tengono un sacco ognuno, quelli neri per rifiuti industriali
e uno segna su un cellulare cosa abbiamo trovato.
La ricerca è mirata a microplastiche e a cicche di sigaretta
ma se troviamo qualcos’altro va bene uguale.
Si parte e ci mettiamo tutti alla ricerca e con bastoncini
scandagliamo la sabbia alla ricerca dei micidiali e pericolosissimi
mozziconi di sigaretta.
I capigruppo hanno cellulari di tutte le fogge, dal francobollo
al cinemascope  e si capisce subito che chi dirige la faccenda
è uno con un portatile da 50 pollici in cui inserire le cicche e anche i fumatori.
Ogni cicca trovata pare ci sia una festa, uno grida “Una ciccaaa!”
allora il destinatario si fa avanti con la bocca del sacco spalancata
e l’addetto (“l’addetto lui” direbbe Proietti) alle notifiche segna
ripetendo festoso “Una cicca!”.
I bagnanti sono un po’ sbalorditi di trovarsi in mezzo a tutto sto casino
con gente che li guarda di traverso perché si sono azzardati
a fumare una sigaretta in spiaggia mettendo la cicca sotto la sabbia.
Passo davanti a una signora che ha finito di fumare proprio adesso
e mi mostra il mozzicone spento quasi a invitarmi a portarglielo via
“Signora, io lo prendo ma stia attenta a non fumare per la prossima ora
perché da questi rimedia qualche cortellata alla gola!”. Si ride insieme.
Sono capitato in una cava di microplastiche e ne raccolgo una decina
non faccio in tempo a rialzarmi che ho il computerista e il sacchista addosso
allora mi permetto di chiedere come fanno i pesci a distinguere
tra un pezzo di plastica e una scheggia di cozza, loro mi guardano un po’ pensierosi
“Ma invece di fare tutto sto casino per la spiaggia
non si farebbe prima a insegnare educazione alimentare ai pesci?”
“ Ma dai… ma come si fa, mica è possibile!”
Complimenti per l’alto livello di ironia.
Mi chiama Bruno al telefono e mi chiede se posso procurargli una badile,
io ho le chiavi del nostro deposito in Baia e lo vado a prendere,
hanno trovato un tappeto sotto la sabbia e vogliono tirarlo fuori
si scava una trincea che quelle di Asiago gli fanno un baffo,
dopo un po’ che scavano sotto il sole decidono di tagliarlo
e lasciare il resto per il prossimo anno. Prendono i prezioso reperto e vanno via.
Li richiamo per sapere cosa vogliono fare della buca
“La chiude il vento”
Ho capito, la chiudo io, mi ci vuole un quarto d’ora
e alla fine sono sudato come un cavallo (schiuma bianca alle ascelle)
porto a posto il badile e prendo la via di casa.
Preferisco la Meg anche quando è in vena di rompere.
“Andate a fanculo voi, le microplastiche e le cicche”.

Immagine dal web