Precetti era
un uomo non ancora vecchio, grande nel senso che era alto e grosso-
Era buono
Precetti di quella bontà che si vede dalla faccia e dal culo grosso.
Ci siamo
conosciuti in ospedale, in una camera a quattro in cui ero ricoverato non
ricordo perché
Aveva un
pigiama a righe verticali che, messo ad un uomo cosi corpulento,
lo faceva
sembrare un materasso ammucchiato sopra un letto,
I nostri
letti erano vicini e già dalla prima notte insonne ci si era conosciuti e ci si
dava del tu,
tant’è vero che
mi chiese subito se gli davo una mano ad alzarsi per andare al cesso.
La sera
arrivava un inserviente della cucina e ci portava un cartoncino
dove fare
delle crocette in corrispondenza ai piatti desiderati il giorno dopo;
una sera
dopo aver fatto le mie croci prendo la sua scheda e leggo
Primo
piatto:
Cappelletti
in brodo
Ravioli
burro e salvia
Cannelloni
col sugo di carne
Riso in
bianco
“ Ma non è
possibile” mi dice, “Sta roba non l’hanno mai data”
“Domani è il
compleanno del primario, toccherebbe anche regalargli qualcosa”
Gli altri
due mi guardano e sorridono ma stanno zitti,
“Allora
prendo i cannelloni”
“Ma ti fanno
male, non è meglio due cappelletti in brodo?”
“ Si, mi sa
che hai ragione fa la croce sui cappelletti”
Secondi
piatti:
Fiorentina; specificare peso
Coniglio in
porchetta
“ Porco d’un
boia, la fiorentina!”
“Ma quanto
la vuoi grossa?”
“Io qualche
volta l’ho mangiata anche da un chilo”
“Mi sa un
po’ esagerato, facciamo mezzo chilo”
“Fa un po’
te, ma io se ne viene di più la mangio”
Contorni
Dolce
vino
e spumante
“ Il dolce
mi farà male? Perché c’ho il diabete”
“Se te lo hanno messo nella lista vuol dire che stai guarendo”
“Allora
metti anche il dolce, metti tutto che son stuffo di risino e purè”
Come al
solito si passa la notte quasi in bianco e ogni tanto mi parla del pranzo del
giorno dopo
e gli viene
il dubbio che abbia ordinato troppa roba.
“Se è troppa
la lasci nel piatto, il peggio è se sarà poca”
La mattina
dopo arrivano i dottori in visita
E dopo le
visite a tutti quattro, quando ormai sono alla porta Precetti grida
“ Oh dottore
auguri eh...
Più tardi
arriva mia moglie gli dico di portarvi una coppia di piccioni
intanto
auguri”
I medici si
guardano senza capire a chi dice, poi il primario gli fa
“Non si
disturbi Precetti, grazie ma non si disturbi”
“Hai visto
che è vero che è il suo compleanno e te non ci credevi”
Dopo un po’
arriva Pasquale con la puntura
Precetti si
mette di fianco con la schiena alla porta e tira giù un pezzetto di pigiama
Pasquale
glielo tira giù del tutto lasciandolo col culone nudo e peloso che pare un orso,
strofina con
l’ovatta gli fa la puntura e lui manco s’accorge poi gli dice
“ Precetti
aspetta un attimo, non ti muovere” e va via
E’ orario di
viste, la gente passa e dalla porta aperta vede l’impero di Precetti esposto
E si sentono
le risa per il corridoio, poi arriva la moglie
“Tonino che
ci fai col sedere scoperto”
“Aspetto
Pasquale”
Lei
poveretta glielo copre col lenzuolo si mette seduta di fianco e gli parla della
casa,
dei figli e
dei parenti che gli mandano il saluto.
Piano piano
arriva ora di pranzo e lui, archiviato lo scherzo di Pasquale,
è da un
pezzo che sta seduto al tavolo aggiusta la tovaglia e pulisce le posate nel
tovagliolo,
quando
arriva il carrello gli danno il vassoio, lui apre il coperchio e
minestrina
in brodo, fettina, e erba cotta.
Lui mi
guarda e mi fa “Gliel’hai detto te di portarmi sta roba?”
“No, ma mi
sa che si sono scordati di mettere i cappelletti nel brodo
e la
fiorentina s’è ritirata”
“ Mo va
caghè burdel è tuta stanot c’hai pens” e ridiamo tutti di gusto.
Siamo andati
avanti una decina di giorni a fare la commedia,
io gli
leggevo il biglietto col menù e lui sceglieva
poi quando
arrivava la roba si faceva finta che fosse quello che avevamo scelto
siamo
arrivati perfino alla cucina francese con la soupe de poisson
oppure les escargot a la bourguignonne
“Che roba
è?” “Lumache col finocchio” “Ma le mangiano anche in Francia”
“Si, te ne
danno solo sei e le paghi come fossero seicento”
“Se vieni a
casa mia le ho già messe a spurgare, te le regalo”
“Si, ma vedi
come funziona, da te si mangia tanto e non si paga niente,
da loro si
paga un casino e si mangia poco, difatti tu sei all’ospedale e loro a casa”.
Siamo stati
bene insieme, il burbero Precetti s’era squagliato
e adesso
rideva anche della sua trombetta (tempo di trombina) che non andava mai bene.
Se n’è
andato dopo pochi mesi
e io in
questa notte d’insonnia son qui a ricordarlo.
Sono
diventato amico coi figli che sono i miei carrozzieri,
Sergio che è
un compagno e parliamo spesso di politica
e Mauro che
di politica non gliene frega niente
e c’ha da
quarant’anni la stessa fidanzata che sta
a Rimini e si vedono nei fine settimana,
ogni tanto
parliamo del povero Precetti e ci facciamo due risate alla memoria.