M'ero fatto sardo e poi son tornato
marchigiano
son tornato iersera alle 11 e mezza
e ho ancora
gli occhi pieni di roba che per adesso è chiara ma sovrapposta
ho bisogno
di mettere a posto le foto, non quelle che si fanno con le macchinette,
quelle che ho negli occhi che sono diverse, perchè non fermano solo immagini
ma fissano anche e soprattutto emozioni.
Visto Oschiri,
il sito archeologico è un posto che dà una sensazione di luogo magico
in fondo si tratta di una roccia con dei buchi in mezzo a un bosco di querce da sughero
ma non so cosa c'è che ti vien voglia di silenzio e solitudine
magari sarà solo una sorta di rispetto per lo scalpellino giurassico, non so.
in fondo si tratta di una roccia con dei buchi in mezzo a un bosco di querce da sughero
ma non so cosa c'è che ti vien voglia di silenzio e solitudine
magari sarà solo una sorta di rispetto per lo scalpellino giurassico, non so.
E anche la romanica nostra Signora di Castro lì vicino è stata una vera rivelazione.
Visto Bosa
dove non c’è quasi niente da vedere
ma quel che
non c’è è bellissimo perché è la città tutta insieme che è bella
il fiume, le
case, la vita… il ristorante “la ciliegia” e la saedas alla fine del pranzo.
Visto Cabras
anzi il museo dove ci sono ragazzi preparati
che sanno
spiegare tutto il loro patrimonio
e anche se
non lo sapessero spiegare così bene sarebbero bravi lo stesso
perché la
passione che ci mettono supera la conoscenza della materia.
Visto Is
Arutas, una spiaggia fatta di chicchi di riso da incanto
e purtroppo
quando son tornato in albergo mi son trovato addosso
tre o
quattro granelli che mi son ripromesso di riportare in loco
perché a
quel posto niente va aggiunto ma soprattutto niente va tolto.
Visto
Luciano, la signora, il figlio cavalcante la nuora e la nipotina
e se avessi
tardato forse sarei riuscito a vedere anche un’altra nipotina che sta
arrivando.
Visto un
villaggio messicano semideserto e la chiesa di San Salvatore
con uno dei
più bei reperti romani che abbia mai visto.
Visto San Giovanni
di Sinis e son rimasto folgorato
dalla primitiva
delicatezza di una architettura essenziale.
Visto
Alimanthaa ma soprattutto quel che l’armatore ha fatto per lei.
Visto Pioppo,
signora e Barca (maiuscolo) e m’è piaciuto l’incontro
con il nik
name, l’uomo, il medico e il marinaio, tanto che staccarmi da loro tutti,
Luciano,
signora, figlio cavalcante, nuora, nipoti, Pioppo, signora, barche comprese
è stato
davvero difficile perché se si è attorniati da gente così
in posti
come il Sinis si è portati a pensare che
quello potrebbe essere anche
il posto
migliore per il resto dei tuoi giorni.
Visto Marina
a Villaputzu e ci ha confidato che quando 35 anni fa
badava i
nostri bambini faceva telefonate a ripetizione
(la Meg se
n’era accorta) (figuriamoci se gli sfuggiva!) perdonata all’istante.
Visto anzi,
attraversato l’Ogliastra e la Barbagia, su su fino a Villagrande
per strade
con curve da moto che ti fanno arrivare sfiniti e felici.
Visto
finalmente La Maddalena, Gloria e Claudio che profumano di Caprera
e che, non lo
sapevamo, ma avevamo noi un gran bisogno di vederli,
Viasta
Marina, Luca, il Professore che a oltre ottant’anni
ha vinto ancora
la regata da Roma a Caprera, Massimo, Bruni il pazzo,
Alfredo che
ha comprato la barca dei suoi sogni e forse con Paolina… chissa…
Viste le
spiagge, Spalmatore, Cala Portese, Cala Granara, Il relitto,
e la Cava
Francese di Annalisa che mi pare sempre d’essere a casa mia.
Mi verrebbe
voglia di scriverre “Vedrò ancora”
ma non
voglio citare i New Trolls, quindi dirò che vorrei vedere ancora,
tutto, anche
le cose che non ho scritto e che magari mi son piaciute meno
perché non
c’è niente che ti dia piacere
senza che ci
sia qualcos’altro che te ne toglie un po’,
è il bastone
e la carota della vita e in fondo va bene così.