sabato 8 febbraio 2014

Oh Bingo



“Oh Bingo com’è che stamattina sei qui, sei in ferie?”
“Si, son venuto a trovare mamma, appena mangiato riparto,  è il tuo quel ferro lì fuori?”
“ Già”
“ Ma non ti stanno larghi di spalle due quintali e mezzo di moto?”
“Ho qualche problemino ma si impara subito a maneggiarla, 
poi quando vai è leggera che pare un Ciao “
“ Ma dove ci vuoi andare, per quella lì ci vogliono le autostrade, mica tornanti in montagna”
 “Vui dire dove ci andrei adesso? Con sto caldo andrei a farmi un bagno, magari nell’Atlantico”
 E’ andata così, giuro che è andata così, si insomma, ci siam detti quasi ste cose
 e la mattina dopo alle sette io e Bingo, il fratello del Bociolo, eravamo in strada
 io con la mia California e lui con la Yanaha.
 Bingo, lo chiamiamo così perché quando la Maria è rimasta incinta
 erano in Argentina e quando Pino l'ha saputo ha esclamato "Bingo!"
 che è una specie di tombola che si gioca da quelle parti.

Prima tappa Bologna per mettere benzina e poi dritti a Genova
 che lì lui conosce un albergo economico.
 Arriviamo in città e parcheggiamo in una viuzza, lui entra in un portoncino
 che ha una targhetta di fianco con la scritta che dice che quello è un albergo
che se non c'era mi si capiva che era un albergo.
 Quando esce assicura che quello è il posto giusto, ha contrattato il prezzo e va bene così,
 mi fido, per competere con un genovese ci vuole uno taccagno come lui.
 Si cena e poi si fa un giro a piedi per i dintorni, 
si va a letto presto che domattina sveglia all’alba.
 A una cert’ora si sente un trambusto che ci sveglia,
 ci affacciamo sulla porta credendo che fosse successo qualcosa.
 Ci sono una decina di ragazze (?) che scendono le scale
 e mentre ci passano davanti ci danno da dire,
 una accarezza Bingo e fa per dargli un bacio, lui si ritira e ridendo torniamo a letto.
 Alle due di notte bussano alla porta, mi alzo, era quella (o) del bacio
 che mi chiede se abbiamo bisogno di qualcosa
“Oh Bingo, è quella di iersera che chiede se hai bisogno di niente”
 “Digli che vada affanculo”
 “Mi sa che è proprio quel che cerca"
 "No, lui dice che non ha bisogno, buonanotte”
 Sveglia presto e partenza.
 In Francia ogni tanto c’è un casello che tocca buttare i soldi in un canestro,
 mentre li butto vedo una moneta da due euri per terra,
 mi chino a raccoglierla e si avvicina una in divisa che tende la mano e dice
 “ C’est a moi”
 “S’era a toi se la trovavi te, siccome l’ho trovata io c’est a moi”
 Lei mi guarda un po’ interdetta e io parto.
 Sosta per benzina e partenza, solo che in questo autogril saremo in una cinquantina di
 motociclisti,  quasi tutti italiani
 vanno tutti a Barcellona e si decide di partire tutti insieme.
 Manco un chilometro dopo arriva la polizia in moto, anche loro,
vogliono che ci disperdiamo sennò prendiamo tutta l’autostrada
come se non la pagassimo anche noi. 
Ci fanno uscire dal gruppo un po’ alla volta,
 qualche chilometro più avanti siamo di nuovo tutti insieme.
 Noi due andiamo davanti e salutiamo perché cambiamo strada,
 tutti rispondono col clacson e si sbracciano,
 le ragazze di quelli che hanno gli enduro sono le più scalmanate.
 Quelli che hanno un enduro sono alti almeno uno e ottanta
 e hanno delle ragazze che sono al massimo  uno e venti
 le assoldano per metterle lì, sul sellino rialzato, 
 se le portano dietro solo per reggere degli zaini mostruosi
 che chissà cosa ci mettono dentro, al ritorno le lasciano
e si danno  appuntamento all’anno dopo.
 Arriviamo a Foix che è sera,  lui conosce già l’albergo, ci danno un sottoscala
 e per andare al cesso tocca fare un corridoio che neanche a Versailles ci sono così lunghi,
 se sbagli la tempistica quando arrivi al cesso è ora di lavare le mutande.
 “Per quel che costa va bene vero?”
 Non era una domanda, m’è parso più che si scusasse della scelta.
 Andiamo a spasso per il paese ma pioviccica e ci rifugiamo sotto la tettoia di latta
 che c’è fuori da un bar, c’è una chitarra abbandonata sul piangito di legno.
 Bingo la prende e comincia a suonare
 a lui piace il blues ma gli dico di fare tutto il Battisti che conosce
 e così comincia ad arrivare gente intorno,
 dopo un po’ arriva il barista e ci dà due birre.
 Per noi è tardi e quando andiamo via il padrone del bar ci dice che
 se veniamo anche domani sera ci paga.
 Lui mi guarda e io dico “No! Atlantico - bagno - casa. Occhei?”
 “Occhei”
 Stamattina piove, mentre si viaggia incontriamo due tedeschi
 un uomo e una dona su due BMW, son fermi sotto un ponte
 Bingo mi si affianca e alza la visiera
 “I soliti crucchi che vogliono andare in moto ma hanno paura dell’acqua”
 Ridiamo.
 La pioggia si fa troppo forte per continuare e ci fermiamo sotto un ponte
 dopo un po’ passano i crucchi con mantelline , pantaloni antipioggia e soprascarpe.
“I soliti crucchi eh?!”
 Smette di piovere e si riparte,
 un paesaggio bellissimo e pulito, fiumi pieni d’acqua che è una bellezza
 è proprio un bel viaggiare.
 Arriviamo a San Sebastian, chiediamo informazioni per un albergo
 e ci mandano in un servizio informazioni turistiche,
 uno stanzone pieno di ragazzi che parlano tutte le lingue e fanno un gran casino
 dopo un po’ Bingo mi fa “Hai fatto colpo”
 “Su chi?”
 Mi indica una signora sulla cinquantina che mi guarda e poi si avvicina,
 chiede se vogliamo un posto per dormire, ci dice il prezzo e ci porta a casa sua.
 Lasciamo le moto nell'officina di un suo amico e ci fa vedere la stanza,
 è delle figlie che stanotte dormono con lei, finalmente un posto decente.
 Si passa la sera in giro per il centro a mangiare cavolate
 e a buttare la carta per terra dentro i bar come fanno quelli di qui.
 Il giorno dopo in spiaggia a fare il bagno e così per tutto il pomeriggio.

 La mattina si parte passando per una autostrada bellissima
 che attraversa un deserto che non avevo mai visto
 ogni tanto la sagoma di un toro enorme in cima a una collina
 ci ricorda che siamo in Spagna.
 L’autostrada finisce e al casello paghiamo un conto che ci conveniva venire fin qui in taxi.
 Entriamo a Saragozza per vedere la città,

Quando siamo partiti dal paese mi aveva detto 
che non dovevamo fare più dei 120                                                                                                        
e abbiamo rispettato il patto ma lui li fa dappertutto, 
anche in città e io  gli corro dietro
 sfrecciamo per Saragozza come matti.
 Mi ricordo solo un viale con gli alberi.
 Ci fermiamo qualche chilometro dopo a dormire in un altro tugurio lungo la strada.
 Il giorno dopo si fa una tirata fino a Ventimiglia
 a dormire in un posto dove ha dormito lui al ritorno dal suo viaggio di nozze.
 Il bagno è diviso in due, uomini e donne, ci sono 3 docce senza porta
 e facciamo la fila, tutti lì a fare gli indifferenti e quello dentro che fa la doccia in mutande.
 “Te l’ho detto che io e mia moglie ci lasciamo?”
 “No, Immagino che ti lasci lei”
 “No la lascio io, perché dovrebbe lasciarmi lei?”
 “Se la porti in posti come questo perché dovrebbe stare con te?
 Non fare l’idiota, hai due figli… Va bene fa come ti pare la vita è la tua.
 Tuo fratello cosa dice?”
 “Quello che hai detto te”
 Ci mettiamo a letto, domattina si parte e si arriva a casa.
 Passiamo Bologna, sono un po’ stanco,
 non so più dove finisce il culo e dove comincia il sedile,
 rallento, mi stiro, alzo la visiera, vorrei fermarmi ma continuo piano, lui è dietro.
 Ad un certo punto un animale mi entra nel casco,
 mi sta pungendo e io per ammazzarlo prendo a cazzotti il casco
 la moto sbanda e per poco non vado nel fosso, mi fermo.
 “Che cazzo hai fatto”
 “ Un pizzico qui sopra l’orecchio”
 “Fa vedere, … era una vespa”
 “Come lo sai?”
 “E’ spiaccicata qui”
 Tira fuori un coltellino e mi raschia la puntura per far uscire il pungiglione.
 Si riparte, dopo un po’ ci supera uno con una Ducati,
 sta sdraiato sulla moto per far finta di essere un pilota
 e la ragazza dietro a lui che sta sdraiata anche lei col sedere per aria
la gonna che si alza al vento e lascia vedere una mutandina  striminzita
 ci fiondiamo dietro quel culetto che ci porta quasi fino a casa.

 Arrivati.
 “Avremo fatto il bagno nell’Atlantico ma c’è costato un pacco di soldi”
 “A me m’è piaciuto, ripartirei domattina”
 Mi guarda un po’ di traverso “ Facciamo dopodomani”
 “Si, meglio facciamo lunedì prossimo”
 “Ma è domani”
 “Orco boia, ho perso il conto.
 Ciao”
 “Ciao”




P.S. nella foto la California a San Sebastian.