“Oh Numa, com’è la Leti?”
“Sguilla come ‘na biscia”
Era talmente tanto tempo che si stava insieme tutti quanti
che non si capiva più chi stava con chi
e lei, la Leti stava con me ma solo occasionalmente
e non riuscivo a capire manco in quali occasioni,
poteva essere che un pomeriggio stava addosso a strusciarsi
oppure una sera a ballare stava seduta tutta la serata.
“Va a finire che ci provo”
“Cos’è un annuncio o chiedi il permesso”
Fu così che Bongo incominciò a tampinarla
finché una sera che con la macchina portava a casa un po’ di
ragazze
lasciò la Leti per ultima e ci provò sul serio.
Il giorno dopo non parlava e allora chi ho chiesto io il
resoconto
“Pareva che andasse tutto bene ma a un certo punto m’ha
detto
“Fai di me ciò che vuoi ma sappi che non sarò più tua
amica”
“E te cosa hai fatto”
“Ho schiacciato col piede il bottone dello spruzzino del
tergivetro
e le ho detto che stava piovendo e toccava andare a casa
lei m’ha detto che potevo tirare su la capotta della Diane
ma ho detto che era rotta e l’ho portata a casa.”
“Ma cazzo è una settimana che ci lavori e butti via tutto
così!?”
“Lei era nel sedile dietro e io mi son divertito più a
schiacciare lo spruzzino
per tutto il tempo che a fare altro, quando l’ho portata a
casa era tutta molla
coi capelli che grondavano acqua e io ridevo come un matto”
Ecco, questa cosa ce la siamo ricordata martedì quando
eravamo al bar
e pensare che la Meg non vuole che il martedì io torni in
paese.
“Ma vaffanculo”.