venerdì 9 luglio 2021

Zi Sterina

 
Mamma quando non aveva niente ci faceva il minestrone
ancora adesso quando lo mangio mi tornano in mente quei mezzogiorno torridi
con davanti un piatto di minestrone fumante
e lei che diceva che il minestrone “rinfresca”.
La Mirella che era sempre schizzinosa metteva le foglie delle verdure
tutte sull'orlo del piatto perché non le voleva
e zia Esterina aspettava che avesse finito poi prendeva il cucchiaio,
le raccoglieva tutte e l'imboccava
"Che brava Mirella che hai lasciato la parte più buona alla fine!"
La zia più stronza del pianeta, stavo male anche io
e la Mirella piangeva
"Dai Mirella mangiale e non piangere sennò fai piangere anche me"
zi Sterina (così la chiamavamo ) era la cugina di nonna Gemma
e siccome non aveva un cavolo da fare a casa sua
e il figlio non la voleva tra i piedi era sempre da noi.
Credo sia nata coi capelli grigi e il ciuffo fatto con la treccia dietro la testa,
aveva sempre i vestiti neri col colletto di merletto bianco che gli copriva il collo
secca che non ti dico, metteva becco su ogni cosa e rimproverava tutti
per qualsiasi faccenda non le piacesse.
La cosa bella era che quando arrivava nonno Domenico (Menchino) lei spariva
non che uscisse dalla porta, proprio si dileguava,
io e Mirella dicevamo che s'infilava su per il camino.
Nonna aveva la macchina da cucire contro la finestra che dava sulla strada
e quando arrivava ci avvertiva come se desse l'allarme "Arriva zi Sterina"
io e la Mirella che giocavamo sempre sotto il tavolo della saletta
correvamo nel cesso dove c'era una botola che andava in cantina
e da lì scappavamo dalla porta per andare nei campi D'antonio
(non è scritto male, lo chiamavamo così
perché tranne i campi di tabacco di Veleno
quel che c’era dintorno diceva che era tutto suo, D’antonio appunto
e quando mamma trovava qualcosa fuori posto e urlava "Di chi è questo?"
c'era sempre qualcuno che rispondeva "D'antonio").

Zi Sterina era come detto la cugina di nonna Gemma 
e s'era sposata con l'avvocato Domenico 
uno di quegli avvocati che non ne perdono una
tanto che al paese gli hanno dedicato una strada
"Via Domenico XXX avvocato insigne"
e quindi aveva sempre lo studio pieno di gente, 
avevano una bellissima casa sulla piazza del seminario (noi dicevamo il pretificio)
e il figlio era zio Gino che anche lui avvocato era forse più bravo del padre.
Siccome erano comunisti e non iscritti al PFN 
i fascisti gli buttarono tutti i mobili dalla finestra e ci fecero un bel falò 
ma dopo la guerra pare che parecchi facessero anticamera 
davanti alla porta dello studio per scusarsi.
Si racconta che zio Gino andasse anche a Roma a dibattere cause 
che studiava lungo il tragitto mentre Romeo della Pierina guidava la macchina.
Una volta sono andato a pranzo da zio Gino 
e quando son tornato ho detto a nonna che doveva essere davvero un gran comunista
perchè m'aveva dato da mangiare l'insalata russa che io non avevo mai vista.
Quello che ha rovinato tutto è stato il vizio del gioco. 
zio Gino giocava e parecchio al circolo cittadino 
e alla fine hanno anche perso la casa.
Quando successe zi Sterina  non c'era già più ma doveva aver capito 
che le cose non andavano per il verso giusto 
forse è anche per questo che stava sempre da noi 
e a casa sua andava solo a dormire.