Allora da
adesso si comincia una storia
che dovrebbe
andare avanti per 13 o 17 anni,
la Bianca va
a scuola, fa la prima elementare.
Le
operazioni di ingaggio cominciavano alle otto e un quarto,
alle sette e
tre quarti eravamo già lì perché la Meg aveva paura di far tardi,
(ha sempre paura di far tardi, quando si va a Bologna in treno
comincia a prepararsi a Rimini anche se siamo partiti da solo un quarto d'ora)
(ha sempre paura di far tardi, quando si va a Bologna in treno
comincia a prepararsi a Rimini anche se siamo partiti da solo un quarto d'ora)
dopo qualche
minuto è arrivata la Bianca
che siccome
vedeva poca gente intorno ha chiesto alla madre:
“Sei sicura
che non siamo arrivati un po’ presto?”
Era
bellissima la cocca di nonno dentro il suo grembiulino azzurro,
sorrideva ma
lo faceva più per tranquillizzare noi che per vera felicità
aveva quel
sorriso che ha chi si sente a disagio e non lo vuol far sapere,
anzi, io che
la conosco bene l’ho vista anche un po’ preoccupata
ma ho fatto
finta di credere che lei fosse felice,
in fondo i
nonni possono anche far finta di essere tonti quando non lo sono davvero.
Appena ho
visto lo zaino ho avuto il sospetto che dentro ci fosse la sorella
ma lei che forse
aveva capito che mi sembrava troppo grande
per fugare
i miei sospetti c’ha fatto vedere tutte le cose che c’erano dentro
contenta,
sta volta, di avere tutte quelle robe nuove.
Già per
strada il padre m’ha rinfacciato che al suo primo giorno di scuola io non c’ero
“Ero a
lavorare per farti fare una vita migliore di quella che ho fatto io,
e poi la
Bianca me l’ha chiesto se andavo a vederla al suo primo giorno di scuola e te
no”
A sentire i
discorsi di quelli che conosco
pare che
nessun figlio sia contento del proprio padre;
o noi padri siamo una
generazione di stronzi o lo sono loro, i figli,
io sono
sicurissimo della seconda.
Allora,
tutti i genitori coi figli davanti alla scuola in fila italiana
vale a dire
a casaccio o meglio accalcati,
in un
giardino di un chilometro quadrato,
66 bambini e
132 genitori (ai nonni era vietato ma io sono andato lo stesso
perché ho un
aspetto più giovanile di parecchi genitori e nessuno s'è accorto che ero nonno)
occupavano
solo i tre metri che stanno davanti alla porta,
poi dicono
che non siamo capaci di risparmiare territorio.
Tre maestre
sulle scale con vestiti rosso giallo e verde
che con
bandierine in mano dello stesso colore
chiamano i
bambini per nome e cognome.
La rossa
storpia i nomi e non si presenta nessuno
finché un
genitore non capisce che potrebbe essere suo figlio
e gli dà uno
spintone per mandarlo a prendere la sua bandierina
secondo me
la maestra ci vede benissimo ma o è dislessica
o ha fatto
solo la seconda elementare e non sa ancora leggere.
La gialla
dev’essere parente a Frankenstein e ne ha ereditato tutti i tratti somatici,
fortuna che
non dovrò andarci a parlare
ma qualcuno dovrà
consigliarle almeno un parrucchiere
prima che ai
bambini vengano i fantioli.
La verde è
alta un metro e venti e dovrebbe pesare intorno ai cento chili
è fasciata
in una tubino verde che mostra alla perfezione le forme
anzi, le
sottolinea e pare la Venere Preistorica,
forse
insegnerà storia dell’arte del paleolitico.
I nuovi
scolaretti sono fantastici, qualcuno non vuole lasciare la madre
(lo capisco,. una così non la lasceri manco io)
qualcuno la lascia ma piange,
il più
grande di tutti che pare abbia vent’anni non si consola
e ogni tanto
guarda indietro per vedere se i genitori sono ancora lì,
c’è uno con
la faccia da play boy che deve aver adocchiato già la sua preda
guarda fitto
una morettina che però ha la bandierina di un altro colore,
le bambine
fanno subito amicizia e parlano tra loro
una coi
capelli rossi e gli occhiali che pare uscita da un cartone animato
chiede a
tutti come si chiamano e si presenta: “Piacere Sara”.
Mi pare
che questa mandata di prime sia proprio bella,
purtroppo
avranno tutto il tempo per guastarsi
e lo faranno
proprio come l’abbiamo fatto tutti.
Di la dal
vetro vedo qualche signora, forse le bidelle,
che sono lo
specchio esatto delle maestre,
praticamente
abbiamo mandato la Bianca al Cottolengo
però ho
fiducia, se riesce a uscire viva da lì,
dopo 5 anni
può affrontare la vita anche da analfabeta.