lunedì 25 marzo 2013

Il vecchio di Liegi



Ero nei pressi di Liegi e cercavo una casa
tra i boschi e le balze di quella meravigliosa campagna
all'improvviso un clacson e una Fiat (‘na rarità colà)
che mi sorpassa e frena davanti a me costringendomi a fermare
scende un anziano che muove le labbra che pare che mastichi

come se per parlare la lingua avesse bisogno di una spinta
"Italiano vero?"
"Si" 
”Dove devi andare?" 
Gli faccio vedere l'indirizzo scritto su un foglietto
"Viemmi dietro, ti ci porto io"
Avremo fatto cinque o sei chilometri per stradine tortuose
e alla fine mi ferma davanti a casa della Gessica,
scende di nuovo e mi dice:  
"Quando torni a casa salutami l'Italia,
io ormai non la vedrò più".
Aveva gli occhi lucidi e andandosene
ha dato un colpetto con la punta delle dita
sul cofano della mia macchina,
come per salutare anche quel pezzo di latta che tornava nel suo Paese.
Vorrei fargli sapere che la sua Italia gliel'ho salutata davvero,
ma sono certo che lui lo sa già.

In questo viaggio io mi sono riempito gli occhi con un sacco di cose
che da tempo volevo vedere
ma anche se non avessi visto niente
e fosse stata questa l'unica cosa vissuta
garantisco che ne sarebbe valsa la pena.
E' tutto il giorno che ci penso
e ho il cuore pieno di una profonda e triste felicità.

27 commenti:

  1. Gli occhi sanno riempirsi di tante cose, ma di queste le più preziose sono sempre le lacrime. Come quelle che suscita un così toccante ricordo, tristemente felice come una poesia. Grazie, caro amico!

    RispondiElimina
  2. E' bellissimo, queste sono le storie che riempiono la vita, danno senso a un viaggio, e ci tornano alla memoria nei momenti più impensati lasciandovi senza fiato.
    Ciao, a presto.
    Anto

    RispondiElimina
  3. quando si incontrano due anime belle.....

    RispondiElimina
  4. Breve, ma intenso e carico di sentimenti Quel che resta di un viaggio è il ricordo delle cose che hai visto, ma soprattutto delle persone che ti hanno lasciato un segno nel cuore e nella mente e tu ce lo sai raccontare facendoci rivivere le tue emozioni di allora

    RispondiElimina
  5. beh puoi pure dire che sono scema, ma quando mi capitano incontri così, penso sempre che non sia un caso, che in quel incontro c'è qualcosa, una sorta di messaggio, che a volte capisco subito e altre volte il messaggio è come se fosse in un foglio piegato che si dispiega nel tempo. C'è una sorta di magia in certi incontri..entrambi ignari delle proprie esistenze fino a poco tempo prima, e subito dopo consapevoli che quello sguardo, quel gesto, quella parola, occuperà un angolino della tua esistenza per sempre.
    Ovvio che ci vuole empatia e sensibilità per cogliere certi eventi nella loro semplicità e capirne il valore..buoni e sereni sogni se già stai dormendo..ora vado a sognare anch'io, magari un Italia migliore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Niente per caso,Janas, anche il nostro incontro con Paolo, che con i suoi racconti, contribuisce a dare un senso anche alla nostra vita :*

      Elimina
  6. Un senso alla vita, scrive Luigina. E' anche questo a fare dei racconti di Paolo qualcosa di nuovo/bello/inedito... le sue sono parole che costruiscono e danno fiducia, speranza, perchè lui sa dare valore all'incontro e chiunque incroci la sua strada conta. Cercherò di allenare gli occhi.

    RispondiElimina
  7. Paolo, si fanno incontri che lasciano una traccia lieve di malinconia. Un caro saluto, un abbraccio e buona Pasqua.

    RispondiElimina
  8. incontri casuali,
    brevi istanti di consapevolezza,
    momenti di fermo-immagine
    ricordi che invece di immagazzinarsi nella mente
    cercano un posto privilegiato nell'anima,
    in un cassetto dove non entra polvere nè dimenticanza
    nè pericolo di adulterazione.

    RispondiElimina
  9. Quando per qualsiasi motivo ti trovi all'estero e per caso incontri un tuo connazionale capita ciò che tu hai così ben descritto

    RispondiElimina
  10. Che emozione! Anche perché in Belgio ci sono vissuta per un anno amando quel Paese e ancor di più l'Italia rispetto a prima della partenza. Sono stata nei pressi di Liegi a Baugnée.

    Un abbraccio
    Nou

    RispondiElimina
  11. Il tosto cestista Annientatore di avversari grande narratore ZIO SCRIBA con gli occhi lucidi, non ci credo nemmeno se lo vedo che alza la testa da un cesto di cipolle affettate.
    E il rude marinaio BEYK HAPPEL che dice toccante? L’ultima volta che l’ha detto era assalito dal mistral nel Golfo del Leone e si riferiva alla neve che gli sferzava il a torso nudo.
    ANTO, dammi tempo, ti scriverò della pietà di Michelangelo, lo farò, prometto.
    AMANDA, vero quando si incontrano due anime belle può succedere di tutto, appena lo ritrovo ti presento il vecchio di Liegi.
    LUIGINA, ero andato a vedere Bruges e Gand ma la cosa più incisiva è stato lui tanto che dovrei tornare a vedere quelle bellissime città.
    JANAS,non ero a letto,stavo guardando il film “Un condannato a morte è fuggito” di Bresson, folm del 1956 in B/N. Son convinto come te che gli incontri non siano un caso, io ho incontrato voi senza sapere di averne bisogno, solo dopo ho capito che ne avevo tanto.
    SARI, stavolta non mi scordo, non ho capito se le tue sono delle verità o vergognose menzogne, ma per favore continua a dirle ora che mi hai abituato non saprei far senza.
    RIRI, Ma che avatar! A te solo in una bella cucina con le ante in noce massello ti potevano fare il ritratto.
    SILVIA, silvestre anche la poesia mi dedichi? Ma sei sicura che sia per me? Grazie a te che dormi infrascata sognando di dormire infrascata.
    ALDO, se incontro te scrivo per sei mesi di fila, i tuoi racconti non li leggo, li bevo d’un fiato.
    NOU che m’abbracci, ma che sia bello, stretto il giusto, mi piacciono gli abbracci, sanno di buono.

    Ad ogni post trovo i vostri commenti e li leggo più volte per trovare le risposte che meritate, vi voglio bene, anzi vi amo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il mio abbraccio sa sempre di amicizia e fratellanza. Forse meno stretto di quello che desidererei per timore di invadere la riservatezza, ma nello slancio c'è una corrente empatica che unisce e suggerisce la giusta forza.

      Ciao Nucci :) Buona Pasqua!

      Nou

      Elimina
  12. Hai ragione, ma non basta aver ragione, bisogna anche possedere un animo sensibile come il tuo!
    Dài sii semplicemente felice! Senza tristezza! Un grande abbraccio.Lili

    RispondiElimina
  13. A volte gli incontri sono organizzati dal destino...che frase filosofica, ma a che gli serviva al vecchietto che gli salutassi l'Italia ?
    mi piace di più la tua frase..."mi piacciono gli abbracci, sanno di buono",tutto pensavo ma non questo...

    RispondiElimina
  14. Con poche righe hai dato corso a un racconto toccante e pieno di possibili risvolti.
    Se fossi un regista ne farei un film. Ciao.

    RispondiElimina
  15. Mi hai commosso. Da un po' non venivo sul tuo blog, come da quello degli altri amici.
    E, come al solito, trovo tanta umanità nei tuoi ricordi.
    Grazie davvero!
    Lara


    P.S. Chi è Paolo?

    RispondiElimina
  16. Ho colto anch'io una vena elegiaca fin dalle prime righe del tuo racconto che mi ha emozionato: sono sensibile al tema dell'incontro e della nostalgia.
    Ciao

    RispondiElimina
  17. Ti lascio un grande affettuoso augurio d'una felice Pasqua insieme alle persone che ti sono più care. Un abbraccione Lili.

    RispondiElimina
  18. NOU, stringi pure, non invadi niente, tranquilla
    Oh AMANDA, sai che la tua omonima Lear era la musa ispiratrice di Salvador Dalì?
    Non mi sono mai piaciuti nessuno dei due, te invece sei grande
    LILI, ero tristemente felice allora, adesso sono felicemente contento, ciao
    ADRIANA, vorresti dire che è stato il destino che mi ha fatto incontrare mia moglie?
    io credevo che me l'avesse presentata Vinicio. E' sempre il destino a scombinare le cose.
    TRESA, ci scappa appena un cortometraggio, è un po' che non scrivi, e m'hai promesso una robina allegra, sono sempre qui che aspetto eh.
    GIOIA, nel tuo blog c'è una scia di maschietti con la bava alla bocca...uno in particolare che è sempre lì ad adularti complimenti ragazza.
    LARA FERRI, non speravo più di averti qui, ne parlavo con una amica e le dicevo che t'avevo perso senza sapere perchè e invece sei tornata, bella la Pasqua quest'anno.
    Sempre per Lara, Nucci Massimo è quello che suggerisce i racconti Paolo sono io che li posto.
    NINA anche io son sensibile a quello che scrivi te, continua a scrivere che a me mi piace leggerti.
    LILI e SARI grazie per la vostra assidua partecipazione e tantissimi auguri per tutti i giorni da Pasqua in poi.

    RispondiElimina
  19. "...L’ultima volta che l’ha detto era assalito dal mistral nel Golfo del Leone e si riferiva alla neve che gli sferzava il a torso nudo."
    Hai scordato un bel "...con la lunga chioma al vento..."

    RispondiElimina
  20. Urca...diventerò così? Già adesso al supermercato rallento quando sento parlare italiano e guardo chi è. Io l'ho già sentenziato: non voglio invecchiare come migrante, è molto, molto triste!

    RispondiElimina