martedì 16 ottobre 2018

La Nicolina


Giustino era piccolo e panciuto, veniva in piazza a fare un bicchiere,
mica a ubriacarsi come tanti, lui si faceva un bicchiere solo se ne valeva la pena,
solo se c’era qualche amico e noi ragazzi ci accostavamo volentieri al bancone
per farlo incazzare ordinando una birra
“Cosa bevete quella porcheria che vi dilata lo stomaco,
meglio una bicchiere di vino liscio che una caraffa di quella roba lì”
“Parli proprio te che a forza di bere vino liscio hai più panza che culo!?”
Poi una sera non s’è visto e c’ha lasciato assetati a guardarci intorno per la piazza.
Era morto la sera, prima di andare a letto, era morto nel cesso
La moglie non l’ha visto arrivare a letto, s’è allarmata e è andata a vedere
la porta era chiusa da dentro e lui non rispondeva, ha chiamato il 118
e quando sono arrivati hanno dovuto rompere il vetro della porta
facendo un po’ di storie perché dicevano ch’era una roba che dovevano fare i pompieri.
L’hanno trovato seduto sul vater appoggiato al muro dietro e alla finestra di fianco.
Morto. E gli hanno dovuto anche fare il bidet.
Figuriamoci che sconquasso in città, una morte così non è mica da tutti i giorni!
uno campa una vita da lavoratore onesto e poi ti va a morire così facendo  ridere tutti.
E’ una morte indecente tanto che qualcuno dice ridendo che
è venuto a mancare nel momento del bisogno,
altri dicono che è stata una botta di culo.
Tutte cazzate di chi vuol per forza ridere di tutto, morti compresi,
a noi però dispiaceva non solo per i bicchieri che pagava ma perché era un amico
certo, potevamo essergli figli ma da queste parti gli amici non hanno età.
La moglie ancora un mese dopo l’evento piangeva dicendo che
s’era dovuto rompere anche il vetro della porta del bagno
come se il problema più grosso fosse quello.
Al funerale c’erano quattro gatti perché quando muore un poveraccio
hanno tutti qualcosaltro da fare
e è lì che abbiamo cominciato a frequentare la Nicolina, la figlia di Giustino,
che s’è fatta la camminata fino al cimitero a braccetto con noi.

Andavamo al cinema, c’andavamo tanto spesso che avevamo i posti fissi,
quarta fila, primo posto Bongo, secondo posto libero perché noi stavamo di traverso
terzo posto io e quarto il Bociolo.
Da un po’ di tempo ci si fermava a discorrere con la Nicolina,
lei era una classe più avanti ma stava con noi quando le altre non c’erano,
perché diceva che quando eravamo in tanti per lei eravamo troppi e si sentiva a disagio.
Poi ha cominciato a occupare il secondo posto al cinema
e una volta ha allungato la mano sotto i cappotti che tenevamo sulle ginocchia,
roba da far saltare sulla poltroncina i play boy più navigati,
il cuore era come un motore che va fuori giri,
tant’è vero che una trentina d’anni dopo m’è venuto un infarto.
Con Bongo se ne parlava e a volte si litigava perché lui voleva venire al mio posto
perché diceva che voleva provare con la mano destra e non con la mancina,
io non cedevo la posizione, perché per una volta che avevo avuto culo…
Lei rideva dei nostri litigi e ci dava degli stronzi ma stava lì,
ogni volta con la mano al nostro posto.
Ovviamente del film non capivo mai un cavolo, anzi,
il più delle volte stavo a occhi chiusi sperando che poi succedesse qualcos’altro.
Mai niente più di questo e mai una parola con nessuno ne’ io ne’ Bongo
e perfino adesso mi pare di infrangere vigliaccamente un segreto.
Non so perché lei facesse sta cosa, credo che la morte del babbo
in quella maniera sconveniente l’abbia segnata,
a quei tempi non era una faccenda che ci interessasse approfondire,
eravamo già a posto così senza farci troppe domande e scomodare la psicologia.
Poi la cosa finì lasciandoci tanto testosterone addosso
che potevamo ingravidare una cavalla solo a guardarla fitto negli occhi.
Una manciata di anni dopo la Nicolina dette alla luce Chiara.
L’aveva avuta da uno studente che poi, finita l’università, s’era dileguato.

Ci sono faccende che non si possono scordare e questa è una di quelle
ma si mettono da parte anche se ogni tanto ti viene in mente che sei stato giovane
e ti son successe cose che possono capitare solo da monelli,
magari hai in mente che siano andate avanti chissà per quanto tempo
e invece sono durate solo una invernata
perché il tempo è d'elastico,si dilata e si restringe secondo regole che conosce solo lui.
Il pensare a quei giorni mi regala una piacevole tenera commozione,
non solo per quel che ci succedeva ma anche per il fatto che eravamo ragazzi
che stavano vivendo intensamente la giovinezza. Insomma mi fa dire:
Magari c’era poco da mangiare ma per il resto non ci siamo fatti mancare niente.

E oggi che  son seduto al bar a scaldarmi al sole d’ottobre leggendo il giornale,
m’è venuta vicino proprio lei, la Nicolina e dopo un festoso saluto
e un po’ di chiacchiere sulle nostre vite davanti a un caffè
abbiamo parlato di quella storia (per la verità l’ha tirata fuori lei,
a me era saltata subito alla mente ma non avevo avuto il coraggio di dire niente).
Non le ho chiesto il motivo di quelle cose, non importava più,
lì per lì ho pensato che non lo sapesse manco lei
e ho fatto finta di non guardarle le mani ma in tutta sincerità l’occhio ce l’ho buttato.
“Siete stati bravi, mai nessuno mi ha detto di questa nostra cosa,
è rimasta un nostro segreto e per questo vi ho apprezzato, anzi adesso ti do un bacio”
S’è alzata e è andata via.
M’è sembrato sconveniente chiederle in quale cinema andava e l’ho salutata.


13 commenti:

  1. M’è sembrato sconveniente chiederle in quale cinema andava e l’ho salutata.

    Sei un mito

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    1. Per la verità mentre si stava parlando m'era venuto in mente di dirle di chiamarmi quando andava al cinema, c'ho riso sopra e lei mi sà che deve aver intuito qualcosa perchè dopo un po' m'ha detto che sono ancora un adorabile idiota.
      Adesso sto cercando di capire se prendere per buono l'"adorabile" o l'"idiota".

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  2. Ah se Fellini t'avesse conosciuto! Amarcord sarebbe stato della stesse lunghezza di un altro monumento alla cinematografia (Novecento). Qui c'è ironia e tenerezza e un po' di malinconia (ma io di questi tempi sono un po' malinconica di mio,non solo per colpa dell'apatica Bassa autunnale)

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    1. No esagerare che mi si gonfiano le vene e non me lo posso permettere. Qualunque cosa disturbi la malinconia è benvenuta, son felice d'averlo fatto.

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  3. Ma che bellezza. Una ballata.
    E lei, quanto è cambiata?
    Monella

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    1. Tinto Bras ha rovinato il concetto di monella, da noi, nelle campagne, vuol dire solo bambina un po' scalmanata. La Nicolina non è poi cambiata tanto, è vero che ha i capelli sale e pepe ma non ha molte rughe e non le sono cadute le guance, si avvicina ai settanta con l'aspetto di una cinquantenne avanzata. Vuoi che te la presenti?

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  4. Le prime frasi mi ricordavano Steinbeck di "pian de la tortilla" poi decisamente Fellini: surreale, poetico e teneramente carnale. Bello, bello!
    Ciao, abbraccio (pubblico :-)) )
    Nou

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    1. Qui dentro c'è un sacco di gente che mi vuol troppo bene e te sei una di quelle. Ciao Nou

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  5. oh, che ricordi.
    mi hai regalato un sorriso grande coooosì,
    bellissimo racconto, adesso leggero a ritroso il resto del blog se non ti spiace :-)

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    1. Grazie di essere venuta a trovarmi, e felice d'averti strappato un sorriso.

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  6. Bellissimo Valeria, una coperta nello zaino e i fiori di pesco sopra, bello davvero.

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