E adesso
sono qui, nel fondo di un letto a pensare come sia successo
e più ci
penso e meno me lo ricordo, c’è un buco nella memoria
ricordo solo
che ho allungato una mano per prendere la maniglia
e poi mi
rivedo a terra, quello che ci sta in mezzo è buio pesto.
E’ dalla
mattina presto che mi son messo a preparare la barca per l’alaggio,
ho tolto le
vele le ho lavate, stese e piegate per bene,
sfilato le
drizze e messo da parte le scotte per lavarle,
smontato la
linea d’ormeggio che non potevo lasciarla lì,
non ho
neanche pranzato e quando mi hanno telefonato
per dirmi
che toccava a me ho portato la barca sotto la gru.
Inutile dire
che ho aspettato inutilmente quell’idiota
che aveva
promesso “ Mi libero e vengo, alle due sono lì”
Son più
scemo io che credo alle sue promesse,
sta di fatto
che m’ha toccato fare tutto da solo
e anche adesso
che ne avrei bisogno senza meno, lui non c’è.
La barca
alata è sul carrello e io prendo una scala
per finire
di sistemare e chiuderla che per st’inverno non la tocco più
ma ad un
tratto succede tutto e io adesso non ricordo come,
mi ritrovo
per terra che non riesco a dire niente,
mi viene in mente che lì vicino c’era
Massimiliano,
lo chiamo ma
non esce un filo di voce poi finalmente un urlo.
E’ il suo,
io riesco solo a sussurrare “La testa, la testa”
“Cos’hai
alla testa”
“Non so,
vedo appannato e doppio”
“Non ti
muovere che chiamo qualcun altro”
Arrivano una
decina e per fortuna che c’è anche Luciano,
lo convinco
a caricarmi sulla macchina e portarmi al pronto soccorso.
E’ una
stupidaggine ma in quel momento parevano tutti paralizzati
e nessuno
chiamava il 118.
Durante il
tragitto la vista migliora fino a stabilizzarsi, un bel pensiero in meno
che in quel
momento era la cosa che mi preoccupava di più,
arriviamo al
pronto soccorso, mi mettono su una barella
svengo dal
dolore e mi svegliano a schiaffi,
vedo la mano
insanguinata dell’infermiere che capisce che l’ho visto
e mi spiega
che non è niente, ho un sassolino infilzato nello zigomo,
me lo toglie
con un paio di pinze che se faceva con le mani faceva meno male.
TAC, raggi e
polso ingessato, mi hanno cambiato letto almeno 4 volte
e ogni volta
era come se mi dessero martellate al bacino e alla fine la promessa che
“Appena
arriva una ambulanza ti portiamo a casa tanto col bacino rotto
non possiamo
farci niente, devi stare un mese a letto e basta”
Luciano è
rimasto sempre con me finché alle dieci non è arrivato Michele.
L’ambulanza
arriva a mezzanotte passata, manco dovessimo andare in discoteca,
arrivo a casa alle una e venti.
E’ stato il
viaggio peggiore della mia vita, non ho ancora capito se l’autista
andava in
cerca delle buche sulla strada o erano le ruote dell’ambulanza che erano ovali,
prendeva le
curve più veloce che i rettilinei e io non riuscivo a tenermi
una
tribolazione che manco Torquemada avrebbe potuto far peggio.
Arrivati a
casa Michele tira fuori un antidolorifico che dovevo prendere un’ora fa.
L’avrei
ammazzato! “Hanno detto di non esagerare che è un oppiaceo”
Lo prendo sperando
che mi faccia capire che stavo vivendo un sogno,
no, per una
volta che volevo sognare è tutto vero,
fortuna che dopo
poco mi addormento.
…Segue…
Uh rimartella sulla tastiera, pare quasi nuovo, usato restaurato 😀
RispondiEliminaNon sono molto svelto, anche perché a stare seduto ho ancora dolore e ci posso stare per poco tempo. Grazie anche a te per l'aiuto e lo sprono che quasi quotidianamente m'hai dato.
EliminaMi di ingroppa lo stomaco pur sapendo che sei guarito...
RispondiEliminaNon sono ancora guarito, ho idea che ci vorrà ancora tempo soprattutto per il polso. Ciao Nou
EliminaLa guarigione completa è lenta nelle fratture. L'importante è che un po' alla volta ritorni quello di prima e che ci sia uno stop a queste brutte avventure. Io vi voglio, sia te che tua moglie di nuovo entusiasti di viaggiare per mare con la vostra bella barca.
EliminaAdesso che il peggio è passato non c'è che aspettare senza scoraggiarsi. Ma che peccato, che peccato...chi lava i piatti, ora? Se fossi vicina vi darei volentieri una mano!
Spero che ti riprenda nel più breve tempo possibile, un abbraccio
Nou
Pur conoscendo già la storia, a leggerla fa ancora paura, ma scriverne è anch'esso un aiuto (seppur metaforico) alla guarigione.
RispondiEliminaC'ho messo una settimana a scrivere ste righe e ho idea che ci metterò parecchio a scrivere il resto. Comunque hai ragione a dire che mi serve a guarire ed è servito anche il tuo sostegno e quello dell'Amanda. E' incredibile quanto persone che non si conoscono possano darsi una mano! Grazie.
EliminaUn mese fermo! Meno male che è inverno! Ti auguro comunque di guarire in fretta, che tu non mi sembri molto il tipo che riesce a star fermo a lungo :)
RispondiEliminaVero, il mese è passato e sono in piedi (si fa per dire)
EliminaChe brutta avventura! Ma perché sei caduto?
RispondiEliminaSilvia, non so perchè son caduto, è un istante buio che non ricordo.
EliminaQuindi non sarebbe il caso di fare qualche controllo?
RispondiEliminaLa TAC ha sentenziato che va tutto bene; non avrei mai creduto.
RispondiEliminaMeglio così allora. Sarai scivolato, la barca ha il brutto vizio di essere sempre un poco umida. Buon Natale!
RispondiEliminaC'ho appoggiato una scala per salire lassù come la vedi in foto e quando sono arrivato in cima la scala è scivolata e io son caduto.
EliminaVa bene, adesso va bene.
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