Alex gira per il Mediterraneo e veleggia coi venti
, si potrebbe dire felice di surfare sulle onde o correre inclinandosi senza
pericolo assecondando il vento.
Al timone c’è una mano sicura abituata a solcare oceani ben più ampi e quando
incontra un gommone pieno di persone non esita a trarle in salvo, gente
disperata tra cui donne incinte e bambini, sono 46 che per Alex è un numero
esorbitante ma è abituata, è il suo mestiere e la sua seconda vita, le strutture
cigolano ma lei corre lo stesso, corre più veloce possibile anche perché sulla
sua scia sta arrivando la motovedetta libica che riporterebbe tutti nel lager
da cui quei 46 naufraghi stanno scappando.
Le vele cazzate a ferro in una bolina terribile e Alex che con la prua spacca
l’onda che invade la coperta e ricade con tonfi che, seppure ne abbia viste
tante, fanno paura anche a lei, una cavalcata pazza che dura 48 ore ma quando
all’orizzonte si profila Lampedusa le motovedette della Capitaneria Italiana
impediscono l’ingresso nelle acque territoriali.
Alex e Tommaso non hanno la capacità di comprendere tutte le leggi dell’uomo,
loro conoscono quella del mare e forzano il blocco fino alle acque calme di un
porto in cui tutti si possano sentire sicuri.
Ecco, la storia potrebbe finire qui, con Alex che è una signora barca Tommaso
che la governa, loro due con gli 11 dell’equipaggio conoscono la legge del mare
che non ha necessità di essere codificata perché tutti i marinai la conoscono e
la rispettano ma il mondo non è fatto di soli marinai.
Adesso Alex è ferma, ormeggiata nel porto di Lampedusa sequestrata secondo
norme in cui non crede e che sono incomprensibili a chi come lei e Tommaso sul
mare ci vive, lo stesso Tommaso è indagato per favoreggiamento all’immigrazione
clandestina e per aver fatto “violenza a nave da guerra” come se Alex con i
suoi 18 metri i lunghezza e le sue vele possa competere contro le armi che le
vengono puntate contro.
Tutto questo non ci insegna niente che non sappiamo già,
a Tommaso arriva una multa di 16mila euro e l’indagine che prevede una
detenzione fino a 15 anni, ci amareggia però sapere che Alex è ferma, con le
cime d’ormeggio tese, legata ad una banchina come un cavallo di razza chiuso in
un box senza la possibilità di correre come la natura e l’uomo le hanno
insegnato, l’esperienza ci dice che potrebbe rimanere lì per anni e una barca
se non naviga muore con una lenta agonia.
Spero che ci sia un Dio del mare che sciolga quei nodi liberando Alex e la
faccia navigare come merita anche con le onde più ripide che le mani amiche
sulla ruota le fanno risalire, cavalcare
e poi scendere veloce come un gioco che solo una barca e un marinaio conoscono.
Non c'è giustizia a questo mondo e non c'è più pietà. Non c'è altro da dire.
RispondiEliminaE' proprio vera Katherine, siamo messi male.
RispondiEliminaSono in spam? ;)
RispondiEliminaCasomai provo a riscrivere.. ma era un pensiero del momento..di quelli che scivolano via come Alex sul mare. Alex che non sa cosa trasporta, quanti sogni la cavalcano, quanta paura offre quel mare assieme ad una minima speranza.
RispondiEliminaVero Franco, si sente dire erche son gente sana e forte che non fugge da fame e guerra, ma una donna incinta una famiglia coi bambini perché dovrebbe rischiare così tanto se a casa loro stanno bene? Sono disperati che dobbiamo aiutare.
RispondiEliminaAnche ora, che la guerra è sempre più vicina, si vive come se non ci riguardasse. Non vogliamo vederla!
RispondiEliminaAllo stesso modo facciamo per le cause della migrazione. Non siamo più capaci di aiutare gli altri ribellandoci. Siamo diventati inermi e dannosi.
Penso che Alex rappresenti la nostra utopia di uomini liberi che non possono piu togliersi le briglie di leggi insane.
Per un attimo Alex mi ha fatto respirare profondamente il senso di giustizia.
Un abbraccio
Nou
Cara vecchia Nou, che piacere ritrovarti!
Eliminaecco una riflessione a cui non avevo pensato, la libertà negata a Alex che è poi la stessa che ci neghiamo da soli.
Ciao Nou, cerchiamo di star bene e farci tener vivi dai nostri acciacchi.
Ciao Paolo!
EliminaSono a fare i fanghi termali per la prima volta in vita mia. Chi l'avrebbe mai detto!!! Mi fanno sentire bene.
Un abbraccio
Nou
Adesso che vado per mare e che lentamente cerco di capirne le leggi semplici ma inequivocabili, mi commuovo pensando ad Alex e a tutta la vita negata. Ma, anche se solo per un attimo, è stata epica pura. Un abbraccio.
RispondiEliminaDimenticavo di dirti chi sono: Mìgola
RispondiEliminaHo letto la prima parte e mi son chisto come avrei fatto a sapere se avesse scritto Migola, poi ho letto la seconda e mi sono complimentato con me stesso per aver indovinato.
RispondiElimina"Adesso che vado per mare" spiegati meglio, dove vai per mare e con che mezzo. Dimmi tutto. Ciao.
Eccomi qui a raccontarti, ho finalmente preso la patente nautica a gennaio e poi con lo Scettico ci siamo lanciati nella follia di comperarci una barca, un Bavaria 42 che è felicemente ancorato a Marina di Ravenna. Siamo dei neofiti assoluti ma pieni di buona volontà e pronti a tutto, torniamo la domenica sera stanchi morti ma con la voglia che arrivi presto il venerdì sera per ripartire. Un abbraccio. Mìgola
EliminaPerbacco! Di solito non si comincia da queste misure di barca, avete fatto le cose in grande, se capito da quelle parti ti faccio un fischio che voglio vederla.
EliminaNoi diamo soldi ai tiranni e invece c'è gente che salva le persone. Assurdo!
RispondiEliminaSalvare vite un crimine enorme, il peggiore che si possa fare in un mare così pieno di disperati.
Fortuna che c'è chi rispetta leggi più vere
Great blog
RispondiEliminaDovrebbero fare corridoi umanitari, mettere in salvo famiglie con bambini, non è possibile continuare quest'azzardo quotidiano!
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