sabato 23 maggio 2020

L'Ausciò


La chiamavamo Auscò perché veniva dalla Germania
ma non so da cosa derivava, era Auscò e basta
che fosse diversa lo si capiva perchè a parte i capelli biondissimi
camminava spavalda e dritta che alle nostre gli dava due giri
e comunque non era una roba normale,
ho sempre pensato che fosse una reazione alla timidezza,
io sta faccenda la conoscevo bene per esperienza personale.
Appena arrivata aveva già una fila di ragazzi dietro
che non c’era manco alla biglietteria del cinema
quando l’ho conosciuta io, dopo un po’ di mesi che era al paese,
li aveva già scartati tutti e non mi sono manco azzardato ad avvicinarmi,
m’hanno detto chi era e me lo son fatto bastare
ma poi è arrivato Walter e ha insistito che gliela presentassi io
“Ma ci salutiamo appena non so manco come si chiama”
A sedic’anni s’è spavaldi e così un pomeriggio l’abbiamo fermata
“Ciao, ti presento Walter, voleva conoscerti…” e li ho lasciati lì.
dopo una settimana o dieci giorni, forse più forse meno
Walter mi viene a dire che l’ha lasciato
“Perché?”
“Dice che vuol venire con te”
“Ma valà”
E invece qualche pomeriggio dopo ci si incontra al cinema
e anzichè andare al solito posto mi siedo vicino a lei
in galleria e vedevo quei due di sotto che si giravano di continuo
per cercarmi, in fondo eravamo entrati insieme e non mi trovavano più.
Dopo dieci minuti siamo già dietro i tendoni dell’uscita di sicurezza
che ci sbattiamo come matti (e pensare che li aveva fatti nonna Gemma)
quando finisce il primo tempo e si accendono le luci
rimaniamo lì immobili ad aspettare che si spengano
Dall’inizio del secondo tempo si ricomincia e si va avanti così ancora per un pezzo.
Qualche giorno dopo Walter mi chiede come è andata
“M’hanno detto che al cinema avete fatto i numeri, te l’ha data?”
“Te come lo sai? Magari, m’ha fatto diventare matto ma niente”
“Ha fatto così con tutti, di darla non se ne parla”
Dopo un paio d’anni un giorno arrivo davanti al bar
ed erano tutti fuori a vedere un matrimonio che usciva dal duomo
“Chi è”
“L’Auscò che ha trovato uno che ha insistito più di voi coglioni”.

7 commenti:

  1. Mi hai fatto ricordare una serata alla sala da ballo del paesello. Allora c'era tutto anche da noi. Tutto come cinema, sala da ballo, ambulatorio medico, farmacia, negozi di alimentari, macelleria (dove la mucca entrava con i suoi piedi e ne usciva a fettine), la sartoria, la merceria e la scuola. Tutto l'occorrente insomma! Era prima delle alluvioni quando l'agricoltura prosperava.
    Era una domenica sera e al ballo c'eravamo tutti noi anno più, anno meno, nati dopo la guerra. Io avevo 17 anni. I ragazzi, invitavano al giro di ballo le ragazze e non ci si poteva rifiutare di danzare con chi non ci piaceva, perché sennò si stava a casa e buona notte suonatori! Era la regola, anche se avevi pagato il biglietto. Durante le danze che duravano tre o quattro orette fra valzer, tanghi e mazurche I ragazzi trovavano il tempo di dichiararsi. Una domenica si dichiararono a me in sei o sette. Ai primi risposi seriamrnte: " non sono intenzionata, sono ancora giovane per fidanzarmi, ecc.
    Al terzo cominciai a seccarmi e a rispondere a monosillabi, finché arrivò quello che le prese per tutti con:"e adesso andate a ballare con vostra sorella, imbecilli!"
    Non ho mai avuto una storia con quelli del paese perché si raccontavano tutto fra di loro e anche con la loro madre e io ero riservatissima nei miei sentimenti...

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  2. Hei Nou, chi era quello che aveva scritto nella cintura "sette in un colpo"? Aveva ammazzato sette mosche.
    A te ti fa un baffo!

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    1. Puoi dirlo! Io ho sempre sognato l'Amore, non so se l'ho trovato davvero, sicuramente non nella sala da ballo, però va bene così.
      Buona domenica, ciao.

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  3. Ciao Katherine, va bene anche così, sono una famiglia felice anche se la cosa è avvenuta per caso.

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  4. Per insistere molto ci vuole una profonda motivazione, che è poi quella cosa che fa rima con Amore...

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  5. Però, mica c'avevo pensato! Ciao Giorgi-o

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