Graziano la
chiama "amore" e Luciana gli posa la testa su una spalla,
poi arriva
Nicoletta che porta a Graziano il piatto
con gli spaghetti alle vongole
lui ringrazia e
comincia a mangiare.
Lei, Luciana, si
rabbuia e a me che le sto davanti dice che ha paura,
ha paura di
andare in barca domani,
ha paura anche
di perdere gli occhiali e poi si mette a piangere.
Roberto cerca di
tranquillizzarla dicendole
che non la
costringerà nessuno a salire sulla barca,
ma lei piange lo
stesso e allora arriva Nicoletta che la fa alzare e la porta fuori.
Lui continua a
mangiare, quasi non sapesse cosa sta
accadendogli vicino.
Quando lei torna è rinfrancata e beve un po' d'acqua.
Lui le si
avvicina e le chiede come sta; lei lo guarda negli occhi e gli risponde che
adesso va bene; era solo un po' di stanchezza.
Lo dice anche a noi e poi lo va a dire anche
agli altri,
lo dice a tutti:
"Era solo un po' di stanchezza” e tutti confermano.
Entrambi down, fanno
coppia senza sapere cosa sia o forse si.
Io non sono psicologo,
ma Roberto lo è e mi spiega quanto sia
forte il loro legame
che però non
riesce a superare l'ego di Graziano
davanti ad un piatto di pasta.
Mattia sta in
disparte: è un ragazzo pallido, con capelli nerissimi, magro e alto;
dice di avere
mal di gola e si vede bene che fa fatica a deglutire;
dice di avere
anche la febbre e, a sentirgli la fronte, ce l'ha davvero.
Allora la Nico manda
l'Antonia a prendere le medicine nel pulmino
lui s'è già
spruzzato uno spray per il mal di gola,
Quando arriva l'Antonia
con la borsa delle medicine,
dicendo che le
sono cadute in una pozza d'acqua, Nicoletta storce il naso
ma per fortuna
sono in una scatola stagna e la tachipirina è salva.
Mattia la prende
come se ormai fosse cosa consueta prendere pillole.
Antonia si scusa
della borsa caduta e comincia a essere un po' nervosa;
dice che Michele
sta fumando un'altra sigaretta:
è a metà del
secondo pacchetto,
"Non si
vive così!" e s'incazza. Lo dice a testa bassa, senza guardare in faccia
nessuno;
parla anche con
me, ma non mi guarda;
ha un cappello nero
con visiera, con una scritta coi lustrini,
orecchini neri che pendono
e pantaloni e maglietta neri,
tutto nero e decorato coi lustrini.
tutto nero e decorato coi lustrini.
Le dò la mano, le dico di non preoccuparsi, che parlerò
con Michele
e lo convincerò
a non fumare più, almeno per stasera.
E' borderline e sta in comunità, coccolata da
tutti e a volte si pone al servizio degli altri. Magra e minuta, traspare la sofferenza che ha certamente provato.
M’intristisce
vederla così e piangerei volentieri per lei, se solo servisse.
Stamattina era
abbracciata a Nicoletta e le diceva: “Non lo farò più!”
Deve aver
combinato qualcos’altro.
Io quella frase
non la dico da una vita e credo che dovrei dirla a un sacco di gente,
ma non ci riesco
e tiro avanti così.
Michele rientra
a tavola, bello coi suoi diciassette anni,
non mangia perché
fa una dieta di carne e carne stasera non ce n'è.
Scrive messaggi
sul cellulare, 1200/1500 al mese
e spende per
telefonate circa 300 euro (mensili)
"Ma perchè
Michi ?"
"Per non perdere
i contatti"
Sta litigando
con la ragazza e mi dice
che lei gli aveva promesso di non uscire, invece è
uscita.
Sul palco c'è
una rappresentazione, si parla dei profughi istriani.
"Sai dov'è
l'Istria?"
"No"
"Trieste?"
"No"
“Ma possibile
che non sai dov'è Trieste?”
Allora gli
spiego un po' di geografia e la storia dei profughi istriani.
Pare ascoltarmi interessato,
ma non fa domande,
il telefono in
mano vibra e io gli dico di aspettare un minuto che finisco.
"Non
posso" e il pollice parte a razzo con una
velocità che non avevo mai visto.
Niente da fare,
al telefono non resiste.
"Michi, mangia
qualcosa"
"Adesso no,
ho mangiato un pezzetto di pizza prima e non mi va niente"
"Ma se ti
compro una fetta di carne?"
Mi guarda, non
risponde e il dito riparte.
Ha accanto una
ragazzina che lo guarda in adorazione.
"Michi, ti
piace?"
"No, è
meglio la mia"
"Ma se
l'hai lasciata..."
"Quando
torno m’ incazzo e la riprendo"
Roberto mi dice
piano che, con tutta probabilità, quell'altra non esiste
e al telefono fa
tutto da solo.
"Ma perché
se è così bello che potrebbe averne a mazzi?"
“I genitori sono sparpagliati e lui non ha una figura di riferimento
e quindi se la crea da solo, adesso è una fidanzata ma potrebbe essere chiunque”.
e quindi se la crea da solo, adesso è una fidanzata ma potrebbe essere chiunque”.
Anna l’ho
incontrata stamattina in banchina: era a braccetto con Nicoletta
mi dà la mano,
ride e le dice qualcosa all'orecchio.
Poi saprò che le
ha detto che ho il baffo malandrino e il sorriso che conquista.
A tavola
racconta i suoi viaggi: San Pietroburgo,
col palazzo
d'inverno dell'architetto italiano Rastelli
e quello d'estate dell'architetto Trezzini e anche Nicola Rossi
che ha fatto le strade,
i quadri
impressionisti e una montagna di altre notizie,
che io manco mi
ricordavo o nemmeno sapevo..
Lei invece ricorda
tutto, poi il viaggio al Polo Nord con la nave
dentro tutti i
fiordi con le montagne a strapiombo e i nomi delle città e dei paesi.
Ora non viaggia
più: è morta la madre e lo dice come lo direbbe una donna grande,
aggiungendo
anche che ha sofferto tanto (la mamma).
Era figlia di
una famiglia benestante ed è rimasta sola,
adesso è in comunità, ha sessant'anni, ma i pensieri di
una bambina.
Mi guarda
sorridendo e ogni tanto mi viene vicino
col viso.
E’ felice solo
se parla.
Quando tace si fa seria e fa una tenerezza che spacca il cuore.
Quando tace si fa seria e fa una tenerezza che spacca il cuore.
Non sa che quasi
l’invidio,
mentre lei l’invidia non sa nemmeno cosa sia semplice com’è.
mentre lei l’invidia non sa nemmeno cosa sia semplice com’è.
Stamattina li ho
salutati tutti: l'Antonia si è girata dall'altra parte.
Michele mi ha
promesso che verrà in barca e io gli ho detto che lo metterò al timone.
Luciana mi ha
abbracciato, Graziano no: mi ha dato appena la mano.
Roberto dice che
è geloso, io gliel'ho stretta con entrambe le mani e gli ho detto grazie,
lui non ha
risposto quasi sapesse di cosa lo stessi ringraziando.
Mattia mi ha
dato la mano stando a debita distanza, con fare molto professionale
e Anna mi ha
salutato con due baci sulle guance e una carezza.
"Vi voglio
bene e voglio rivedervi presto tutti in barca. Ciao!"
Ho pensato che
avrei dovuto scrivere di loro e stasera lo faccio
prima che il
vuoto di domani diluisca questa emozione
che ancora tengo stretta per paura di perderla.
I Graziano e Luciana, le Nicoletta e i Roberto e i Mattia, Antonina Michele e le Anna
RispondiEliminaChe bella cosa, quanta bella gente
Grazie
ricordo il matrimonio di una coppia di miei amici, lui infermiere in una casa famiglia per pazienti psichiatrici, lei tecnica in ospedale e volontaria in un centro per malati di AIDS dove si erano conosciuti. La settimana prima della cerimonia lei un incubo lo fece su quegli invitati particolari, poi però andò tutto a meraviglia, fu una cerimonia molto colorata, molto sentita, molto partecipata, ci volle solo un po' a calmare a fine cerimonia uno dei ragazzi terrorizzato all'idea che il suo M che andava in viaggio di nozze non facesse ritorno
RispondiEliminaUn'emozione che sei riuscito a trasmettere
RispondiEliminaLa loro fragilità fa tanta tenerezza e mi chiedo se la loro semplicità non sia una sorta di scudo che li preserva,in parte, da grandi sofferenze.
Grazie!
Cristiana
Chi, se non te, poteva lasciarsi emozionare tanto dai diversamente abili?
RispondiEliminaQuel che le persone non accettano facilmente, è la loro spontaneità, la mancanza di convenzioni che solitamente ci riparano rendendoci accettabili gli uni agli altri, il vedere sul loro viso tutte le emozioni che li abitano: è come fossero nudi, ecco.
Tornerai a parlar loro di barche? Se sì scrivine ancora...
Ciao
Una volta di più, dopo aver sperimentato come paziente oncologica la velaterapia col Progetto Itaca, il tuo racconto mi convince che la vela, per le particolari ed uniche condizioni in cui viene svolta e per gli stimoli che offre a tutti i nostri sensi, è utilizzabile come metodo terapeutico per persone con disabilità di qualsiasi natura e per molte patologie ed offre potenzialità eccezionali. Infatti la vela non è solo sport, ma un modo diverso di vivere le situazioni che si presentano e che si devono affrontare: spazi ristretti, necessità di collaborare, l'obbligo di dover stare insieme finchè non si torna a terra... sono peculiarità che non possono essere riscontrate in nessun altro sport e pertanto possono portare a risultati non ottenibili altrimenti spingendo l'individuo ad andare oltre, abbattendo i limiti che sono dentro di noi.E non fa solo bene ai pazienti, ma anche alle persone generose e sensibili come te che mettono a disposizione gratuitamente la loro imbarcazione e ne traggono lezioni di vita da condividere con altri
RispondiEliminaE hai fatto bene a scrivere di questa giornata particolare e a descrivere le persone protagoniste che fanno molta tenerezza, non pietà.
RispondiElimina
RispondiEliminaQuesta volta mi hai veramente commossa, hai scritto una pagina delicatissima e piena d'amore.
E' tutto il giorno che faccio capricci per scemenze, mi hai rimessa con i piedi per terra. Grazie!
Anto
C'era la brezza. Quella del mare.
RispondiEliminaAnche nei capelli...
una pagina scritta molto bene, piena di una dolcezza e di una commozione che sei riuscito a trasmettere anche a chi legge.
RispondiEliminail tuo sguardo si rivoltge a questi ragazzi con la sensibilità e la dolcezza di chi li contempla e non li giudica, di chi accorda il proprio cuore alle loro vibrazioni e ne sente gli stati d'animo come se fossero suoi..bellissimo racconto! un abbraccio
RispondiEliminaSarà l'argomento, saranno i bei personaggi, saranno gli "a capo", saranno le atmosfere, sarà la tua scrittura, ma questi tuoi racconti paiono sempre parenti molto stretti della Poesia!
RispondiEliminaUn abbraccio.
Molto toccante questo tuo racconto..mondi che si intrecciano che hanno bisogno di calore e tu ne dai..ed è bello.
RispondiEliminaCosì dovrebbe funzionare, ma spesso quelli che si definiscono "abili" non hanno il cuore abilitato.
ps. è un periodo in cui ho molto da fare, tra nipotini ricami e varie..ma gli amici li ricordo sempre.
TENTARE, NUOCE grazie della visita, si bella gente.
RispondiEliminaAMANDA, si, di queste cose si spaventano e hanno spesso paura di perdere quei pochi riferimenti che hanno. Ciao
CRISTIANA, questi son fortunati che hanno assistenti che li accudiscono, Nico li bacia, li accarezza e magari li sgrida anche ma è sempre presente.
SARI, è vero che è come fossero nudi, le emozioni si vedono tutte. Di diversamente abile ho conosciuto un ragazzo di Ravenna che ha avuto un incidente in moto e quando si è alzato a braccia dalla carozzella gli altri mi hanno detto che è il solito falso invalido.
LUIGINA, io adesso credo che loro si siano messi gratuitamente a mia disposizione affinchè ne tragga vantaggio.
ALDO, danno tenerezza e per questo si riesce ad apprezzarli perchè in fondo chiedono poco.
ANTO, a te che fai capricci davvero non ti ci vedo, che fai pesti i piedi e ti butti per terra per un cucchiaino di marmellata? Ciao.
MAESTRA, e quando arriva dal mare le mattine d'estate la senti dappertutto, fresca, che fa andare la barca e non hai che da scegliere la direzione.
ADRIANA, lo sai che non è stato difficile, ho scritto solo quel che mi sono apparsi. Ciao.
JANAS,non ho scritto che avevo un po' di timore nell'andare, son partito pensando che non sapevo come comportarmi e invece ero perfettamente a mio agio tanto che ho pensato che il psico...boh ero io e loro mi stavano assistendo.
ZIO SCRIBA no, una critica letteraria non credo di meritarla, da te poi no, non me la merito, vorrei volare alto ma la terra mi attira troppo, grazie a ciao.
RIRI scusa ma non riesco a commentare questo tuo ultimo post, hai postato una lettera troppo intima per infilarmici dentro. Grazie anche a te, ciao.
Un racconto che ha un sapore diverso, questo, così pieno di gente speciale e di relazioni molto forti, in presa diretta: non mediati dalle convenzioni e dalle sovrastrutture che ordinariamente fanno da filtro tra le persone.
RispondiEliminaE' un ambito che anch'io conosco e a cui sono contigua anche per lavoro e capisco l'urgenza di dar loro voce e di voler condividere la ricchezza di queste relazioni.
Un saluto con molta simpatia
Ciao Paolo, un po che non ci sentiamo, sei sempre incisivo quando scrivi, sembra di vederti tra questi amici speciali, che sanno dare tanto affetto. Certo tu sai capire
RispondiEliminabene l'animo umano e cogliere come piccoli fiori le tenerezze e i sentimenti in genere
degli amici e mi risulta anche di conoscenti, che incontri per caso. Ciao Teresa.
Uno spaccato di umanità che colpisce, ferisce, intenerisce, emoziona...Questo si prova leggendoti, mentre si immaginano le persone che descrivi,fino a sentirle reali anche accanto a noi.
RispondiEliminaA volte,non rendendosi bene conto della realtà, possono essere più felici di noi, ma altre volte soffrono molto di più, anche se i motivi per questa sofferenza esistono solo nella loro mente.
Conoscere persone così arricchisce e rende più sensibili e tu lo sei molto profondamente.
Ciao compagno, solo per dirti che ho dovuto traslocare il blog e mi farebbe piacere se ne prendessi nota http://pincocri.blogspot.com
RispondiEliminaCristiana
Ciao Paolo, grazie.
RispondiEliminaè realtà?
RispondiEliminache tipo di comunità è?
malattie mentali?
l'"io" in prima persona sei tu?
che tipo di esperienza hai fatto o stai facendo con loro?
Hai trascorso una giornata bellissima in cui hai dato amore e ne hai ricevuto. Ogni volta che ti leggo si consolida l'idea che mi son fatta di te, un uomo libero sensibile capace di empatia. Una persona speciale insomma.Grazie per avercela raccontata questa giornata particolare, ed in modo così semplice e pacato da farcela vivere! Le tue narrazioni entrano nel cuore direttamente perché vere, vissute con passione.Lili
RispondiEliminaNINA è vero che è un po' affollato il racconto,
RispondiEliminama di queste persone non era importante dire di più di quel che ho detto
va dato loro quel che hai da dare e basta.
TERESA, io sono dell'avviso che gli incontri per caso
non sono molti, gli incontri non programmati
sono spesso dettati dal bisogno di incontrare una certa persona
affinchè da essa si possa cogliere quel che ci serve.
KATHERINE, io credo che soffrano perché capiscono la differenza,
è possibile che non potendo passare la vita nella costante sofferenza
la loro mente li porti spesso a vivere in uno stato quasi di beatitudine.
Credo che sia come quando sei in lutto che non manchi di sorridere a una situazione
o a cose che ascolti o a persone che saluti.
CRISTIANA, compagna, ho preso nota.
RIRI, non potevo scrivere di più, sarebbe stata intromissione. Ciao.
SILVIA; è realtà, giuro!
non era una comunità, era il raduno annuale di Unione Vela Solidale
non solo malattie mentali, tutti gli handicap in genere.
L'io in prima persona, sì sono io,
la nostra associazione si chiama "Buon vento" e è nelle provincie di Pesaro e Perugia.
Servisse altro "a disposizione".
CIAOLILI, mentre sei lì non sai che dai o che prendi,
sei lì e ci stai volentieri
dopo, al ritorno o quando li lasci,
allora ti accorgi che hai preso
e quasi ti dispiace aver preso avendo dato poco
oppure avendo dato senza accorgertene.
Ciao.
Quando si atterra in un blog sconosciuto è questione di attimi per decidere se l'atmosfera è quella giusta e questo post mi ha ammaliato in un attimo...l'atmosfera è vera e sospesa nello stesso tempo. Dovrò leggere ancora per capire tutto ma credo ne varrà la pena. Bentrovato.
RispondiEliminaM'interessa, mi dai il link di questo buonvento?
RispondiEliminaLa lettura più bella che potessi fare prima di andare a dormire....grazie.
RispondiEliminaMIGOLA, benvenuta, son già andato nel tuo blog a vedere, scrivi buono te.
RispondiEliminaSILVIA, adesso ti dò questo poi un'altra volta quello di buonvento. http://www.unionevelasolidale.org/
SYONTINA, grazie per avermi dato del soporifero, buona notte. ;))
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaLi guardi, li osservi nei loro eccessi, nella loro trasparenza... e vedi te stesso, chiedendoti quanto è vera la loro realtà e quanto lo è la tua.
RispondiEliminaSe tu fossi qui ti abbraccerei.
RispondiEliminaOBSO_LUTE, ma questo nik è nuovo o vecchissimo?
RispondiEliminaBEYK HAPPEL io (noi) a volte fingiamo loro no e francamente non so cosa sia meglio
UNROSETO... diamoci una affettuosa stretta di mano che con gli abbracci delle commentatrici sono già parecchio inguaiato :))