sabato 13 luglio 2019

La Leti


“Oh Numa, com’è la Leti?”
“Sguilla come ‘na biscia”
Era talmente tanto tempo che si stava insieme tutti quanti
che non si capiva più chi stava con chi
e lei, la Leti stava con me ma solo occasionalmente
e non riuscivo a capire manco in quali occasioni,
poteva essere che un pomeriggio stava addosso a strusciarsi
oppure una sera a ballare stava seduta tutta la serata.
“Va a finire che ci provo”
“Cos’è un annuncio o chiedi il permesso”
Fu così che Bongo incominciò a tampinarla
finché una sera che con la macchina portava a casa un po’ di ragazze
lasciò la Leti per ultima e ci provò sul serio.
Il giorno dopo non parlava e allora chi ho chiesto io il resoconto
“Pareva che andasse tutto bene ma a un certo punto m’ha detto
“Fai di me ciò che vuoi ma sappi che non sarò più tua amica”
“E te cosa hai fatto”
“Ho schiacciato col piede il bottone dello spruzzino del tergivetro
e le ho detto che stava piovendo e toccava andare a casa
lei m’ha detto che potevo tirare su la capotta della Diane
ma ho detto che era rotta e l’ho portata a casa.”
“Ma cazzo è una settimana che ci lavori e butti via tutto così!?”
“Lei era nel sedile dietro e io mi son divertito più a schiacciare lo spruzzino
per tutto il tempo che a fare altro, quando l’ho portata a casa era tutta molla
coi capelli che grondavano acqua e io ridevo come un matto”
Ecco, questa cosa ce la siamo ricordata martedì quando eravamo al bar
e pensare che la Meg non vuole che il martedì io torni in paese.
“Ma vaffanculo”.

9 commenti:

  1. Due vecchioni che davanti a un prosecco si ricordano cose ormai antiche.
    Grazie, grazie tanto.

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  2. Non so se stupirmi del "pareva che andasse tutto bene" (considerando le posizioni occupate dai due nella Diane senza ribaltabili) o se arrabbiarmi per uno che osa bagnare i capelli a una donna che gli si è negata.
    In tutti i casi: grande Leti, paladina dell'amicizia (a volte la via d'uscita migliore, oltre - ovviamente - all'assenza dei suddetti ribaltabili).

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  3. Non ho idea di cosa e come avrebbero fatto, sta di fatto che c'abbiamo riso una settimana siamo stati crudeli? Po' darsi ma allora erano pochissime le cose di cui non si dovesse ridere.

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  4. Da noi, nel Delta del Po, avrebbero detto che la Leti sguilla come un bisato.
    Ricordo quel ridere per serate intere... Una volta Gabriele ci ha raccontato di quando andò al pronto soccorso con il prepuzio incastrato nella cerniera della patta. Al pronto soccorso era di turno la suora infermiera. Per nulla al mondo voleva farsi vedere da una suora, troppa vergogna! Preferiva tornarsene indietro senza medicazione. Che tempi e che risate. Alla fine però lo liberarono e pare che tutto sia rimasto a posto perché si è sposato e ha avuto dei figli. Gabriele era strabico e spesso si addormentava all'improvviso, durante il giorno. Nonostante ciò era di una simpatia unica. La sera del racconto eravamo tutta la combriccola al bar e Gabriele restò vigile tutto il tempo.
    Ridevamo tanto anche delle nostre avventure di campagnoli alle prese con la modernità delle città, dove ci recavamo ogni tanto, per un cinema una pizza o a fare compere (compere molto poche).
    Non eravamo crudeli, non c'era nient'altro su cui ridere se non sul prenderci in giro ironicamente e affettuosamente.
    Abbraccio
    Nou

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  5. Nou, mi piace quando ho delle risposte come la tua, vuol dire che quello che scrivo stimola i ricordi, Gabriele ha tutta la mia comprensione, ha da esse stato un bel dolore. Ciao Nou.

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  6. Adesso mi monto la testa,
    grazie Valeria, ciao.

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