Giustino era
piccolo e panciuto, veniva in piazza a fare un bicchiere,
mica a
ubriacarsi come tanti, lui si faceva un bicchiere solo se ne valeva la pena,
solo se
c’era qualche amico e noi ragazzi ci accostavamo volentieri al bancone
per farlo
incazzare ordinando una birra
“Cosa bevete quella porcheria che vi dilata lo stomaco,
“Cosa bevete quella porcheria che vi dilata lo stomaco,
meglio una
bicchiere di vino liscio che una caraffa di quella roba lì”
“Parli
proprio te che a forza di bere vino liscio hai più panza che culo!?”
Poi una sera
non s’è visto e c’ha lasciato assetati a guardarci intorno per la piazza.
Era morto la
sera, prima di andare a letto, era morto nel cesso
La moglie
non l’ha visto arrivare a letto, s’è allarmata e è andata a vedere
la porta era
chiusa da dentro e lui non rispondeva, ha chiamato il 118
e quando
sono arrivati hanno dovuto rompere il vetro della porta
facendo un
po’ di storie perché dicevano ch’era una roba che dovevano fare i pompieri.
L’hanno
trovato seduto sul vater appoggiato al muro dietro e alla finestra di fianco.
Morto. E gli
hanno dovuto anche fare il bidet.
Figuriamoci
che sconquasso in città, una morte così non è mica da tutti i giorni!
uno campa
una vita da lavoratore onesto e poi ti va a morire così facendo ridere tutti.
E’ una morte
indecente tanto che qualcuno dice ridendo che
è venuto a
mancare nel momento del bisogno,
altri dicono
che è stata una botta di culo.
Tutte
cazzate di chi vuol per forza ridere di tutto, morti compresi,
a noi però
dispiaceva non solo per i bicchieri che pagava ma perché era un amico
certo, potevamo
essergli figli ma da queste parti gli amici non hanno età.
La moglie
ancora un mese dopo l’evento piangeva dicendo che
s’era dovuto
rompere anche il vetro della porta del bagno
come se il
problema più grosso fosse quello.
Al funerale
c’erano quattro gatti perché quando muore un poveraccio
hanno tutti
qualcosaltro da fare
e è lì che
abbiamo cominciato a frequentare la Nicolina, la figlia di Giustino,
che s’è
fatta la camminata fino al cimitero a braccetto con noi.
Andavamo al
cinema, c’andavamo tanto spesso che avevamo i posti fissi,
quarta fila,
primo posto Bongo, secondo posto libero perché noi stavamo di traverso
terzo posto
io e quarto il Bociolo.
Da un po’ di
tempo ci si fermava a discorrere con la Nicolina,
lei era una
classe più avanti ma stava con noi quando le altre non c’erano,
perché diceva
che quando eravamo in tanti per lei eravamo troppi e si sentiva a disagio.
Poi ha
cominciato a occupare il secondo posto al cinema
e una volta
ha allungato la mano sotto i cappotti che tenevamo sulle ginocchia,
roba da far
saltare sulla poltroncina i play boy più navigati,
il cuore era
come un motore che va fuori giri,
tant’è vero
che una trentina d’anni dopo m’è venuto un infarto.
Con Bongo se
ne parlava e a volte si litigava perché lui voleva venire al mio posto
perché
diceva che voleva provare con la mano destra e non con la mancina,
io non
cedevo la posizione, perché per una volta che avevo avuto culo…
Lei rideva
dei nostri litigi e ci dava degli stronzi ma stava lì,
ogni volta con
la mano al nostro posto.
Ovviamente
del film non capivo mai un cavolo, anzi,
il più delle
volte stavo a occhi chiusi sperando che poi succedesse qualcos’altro.
Mai niente
più di questo e mai una parola con nessuno ne’ io ne’ Bongo
e perfino
adesso mi pare di infrangere vigliaccamente un segreto.
Non so perché
lei facesse sta cosa, credo che la morte del babbo
in quella
maniera sconveniente l’abbia segnata,
a quei tempi
non era una faccenda che ci interessasse approfondire,
eravamo già
a posto così senza farci troppe domande e scomodare la psicologia.
Poi la cosa
finì lasciandoci tanto testosterone addosso
che potevamo
ingravidare una cavalla solo a guardarla fitto negli occhi.
Una manciata
di anni dopo la Nicolina dette alla luce Chiara.
L’aveva
avuta da uno studente che poi, finita l’università, s’era dileguato.
Ci sono faccende
che non si possono scordare e questa è una di quelle
ma si
mettono da parte anche se ogni tanto ti viene in mente che sei stato giovane
e ti son
successe cose che possono capitare solo da monelli,
magari hai
in mente che siano andate avanti chissà per quanto tempo
e invece
sono durate solo una invernata
perché il tempo è d'elastico,si dilata e si restringe secondo regole che conosce solo lui.
perché il tempo è d'elastico,si dilata e si restringe secondo regole che conosce solo lui.
Il pensare a
quei giorni mi regala una piacevole tenera commozione,
non solo per
quel che ci succedeva ma anche per il fatto che eravamo ragazzi
che stavano
vivendo intensamente la giovinezza. Insomma mi fa dire:
Magari c’era poco da mangiare ma per il
resto non ci siamo fatti mancare niente.
E oggi che son seduto al bar a scaldarmi al sole d’ottobre
leggendo il giornale,
m’è venuta
vicino proprio lei, la Nicolina e dopo un festoso saluto
e un po’ di
chiacchiere sulle nostre vite davanti a un caffè
abbiamo
parlato di quella storia (per la verità l’ha tirata fuori lei,
a me era
saltata subito alla mente ma non avevo avuto il coraggio di dire niente).
Non le ho
chiesto il motivo di quelle cose, non importava più,
lì per lì ho
pensato che non lo sapesse manco lei
e ho fatto
finta di non guardarle le mani ma in tutta sincerità l’occhio ce l’ho buttato.
“Siete stati
bravi, mai nessuno mi ha detto di questa nostra cosa,
è rimasta un
nostro segreto e per questo vi ho apprezzato, anzi adesso ti do un bacio”
S’è alzata e
è andata via.
M’è sembrato
sconveniente chiederle in quale cinema andava e l’ho salutata.
M’è sembrato sconveniente chiederle in quale cinema andava e l’ho salutata.
RispondiEliminaSei un mito
Per la verità mentre si stava parlando m'era venuto in mente di dirle di chiamarmi quando andava al cinema, c'ho riso sopra e lei mi sà che deve aver intuito qualcosa perchè dopo un po' m'ha detto che sono ancora un adorabile idiota.
EliminaAdesso sto cercando di capire se prendere per buono l'"adorabile" o l'"idiota".
Ah se Fellini t'avesse conosciuto! Amarcord sarebbe stato della stesse lunghezza di un altro monumento alla cinematografia (Novecento). Qui c'è ironia e tenerezza e un po' di malinconia (ma io di questi tempi sono un po' malinconica di mio,non solo per colpa dell'apatica Bassa autunnale)
RispondiEliminaNo esagerare che mi si gonfiano le vene e non me lo posso permettere. Qualunque cosa disturbi la malinconia è benvenuta, son felice d'averlo fatto.
EliminaMa che bellezza. Una ballata.
RispondiEliminaE lei, quanto è cambiata?
Monella
Tinto Bras ha rovinato il concetto di monella, da noi, nelle campagne, vuol dire solo bambina un po' scalmanata. La Nicolina non è poi cambiata tanto, è vero che ha i capelli sale e pepe ma non ha molte rughe e non le sono cadute le guance, si avvicina ai settanta con l'aspetto di una cinquantenne avanzata. Vuoi che te la presenti?
Elimina:)
RispondiEliminaCiao Cri
EliminaLe prime frasi mi ricordavano Steinbeck di "pian de la tortilla" poi decisamente Fellini: surreale, poetico e teneramente carnale. Bello, bello!
RispondiEliminaCiao, abbraccio (pubblico :-)) )
Nou
Qui dentro c'è un sacco di gente che mi vuol troppo bene e te sei una di quelle. Ciao Nou
Eliminaoh, che ricordi.
RispondiEliminami hai regalato un sorriso grande coooosì,
bellissimo racconto, adesso leggero a ritroso il resto del blog se non ti spiace :-)
Grazie di essere venuta a trovarmi, e felice d'averti strappato un sorriso.
EliminaBellissimo Valeria, una coperta nello zaino e i fiori di pesco sopra, bello davvero.
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