lunedì 6 gennaio 2014

A Roma



Io sto seduto alla scrivania, la Bianca mi sale sulle gambe e mi chiede di disegnare:
mette la mano su qualunque foglio trova e io le faccio il contorno
e poi ci disegniamo le unghie, l’orologio l’anello e tutto quel che le passa per la mente
e allora quando ho visto quella manina che mi si parava davanti , ho subito pensato a lei,
era piccola come la sua, ma aveva solo una falange per dito e nel palmo tre monete rosse,
centesimi di poco valore,
e l’età non è certo la stessa, ci corrono almeno cinquant’anni,
sta con la testa bassa e girata di là come se non volesse farsi vedere.
Ero in via Nazionale che in questi giorni è affollata di stranieri che comprano
che pare si abbuffino dentro i ristoranti e lei con sta manina chiedeva briciole
non ho fatto in tempo a darle niente  perché,
se di solito lei mi sta a braccetto e mi tocca trascinarla
in quel momento era lei che trascinava me e la manina è passata
ma dopo di lei ce n’era un’altra, una che esibiva un viso senza naso
e poi uno col piede non so come,
ma quella che m’è rimasta dentro è solo lei che non esibiva,
guardava il marciapiede che le stava di fianco
quasi si vergognasse di  tendere la mano
più in là due barboni con un cane a testa che hanno un barattolo sul marciapiede
che pare dica “io non ti chiedo niente, se te vuoi mettili lì”
Ho ripensato a Madrid con i suoi mendicanti che sono uguali a questi  di Roma
e ho pensato che in fondo anche io mendico qualcosa che non merito,
mentre loro meriterebbero parecchio di più.
In piazza del Popolo uno suona la chitarra, mi metto a sedere ai piedi dell’obelisco
a leggere il giornale, mentre aspetto che arrivi Novella.
Sole caldo, buona musica e l’Unità, cosa vuoi di più,
spero solo che lei tardi un po’perché il chitarrista è bravo e io sto bene qui.
Andiamo a mangiare un po’ di riso che c’hanno messo di malavoglia nel piatto,
pago di malavoglia e anche troppo e penso a quella manina.
Andiamo a vedere sant’Ivo alla Sapienza che in tanti anni non sono mai riuscito a vedere,
chiusa. E’ chiusa anche sant’Andrea al Quirinale,
Ci lasciamo, saluti e… “la prossima volta invece di andare in albergo vieni nel nostro B&B
in via della Croce”  “Con quel che costa ci pago una settimana a Riccione”
“E’ gratis scemo! Ti pare che faccio pagare a te!”
Anche oggi ho guadagnato uno “scemo” da una volta o l’altra mi convinco e mi fò ricoverare.
per onorare Borromini non resta che San Carlino alle Quattro Fontane.
Entro, c’è la messa, mi fermo un po’ e poi esco, non mi va di disturbare
fuori c’è uno che mi chiede se sono entrato per la chiesa o per la funzione
gli dico che se era per la funzione sarei ancora dentro
e cominciamo a parlare, mi racconta tutta Roma barocca,
dice che viene tutti gli anni per 15 giorni a vedere Roma e l’Italia,
parla benissimo e allora gli chiedo da dove viene
“Nord Carolina, sa dov’è?”
“Come no! ci vado tutti i giorni, faccio colazione e torno ”
Vuole il mio numero che quando viene nella mia città mi chiama;
glielo do, tanto che vuoi che faccia di male uno col mio numero.
A Roma l’importanza della chiesa si vede subito dal mendicante che c’è fuori,
più è importante e più ce ne sono, a Santa Maria Maggiore sono in quattro
non metto manco la mano in tasca, tiro dritto e penso a quella manina.

Oggi pranzo all’hotel Bernini, (garantisco che non pago io)
Mi apre la porta uno paonazzo, con un cilindro in testa e una livrea rossa e oro con anche i galloni
“Prego signore  si accomodi”
“E’ meglio che ti dai  un’accomodata te: guarda lì come t’hanno ridotto!”
Ripenso a quella della manina, quando torno le do quel che devo.
Si  parte: esco dall’albergo e giro un po’ intorno,
niente, non c’è, eppure era qui, proprio davanti a Geox
“Te la ricordi quella che aveva quella manina piccola che chiedeva l’elemosina qui ieri?”
“No”
“Ma possibile che non te la ricordi? Era qui davanti”
“No, non me la ricordo, ma che vuoi fare, la volevi portare a casa?
Dai che è tardi e poi ci tocca viaggiare di notte”
Al posto tuo mi porterei anche tutti i barboni di via Nazionale
Che sia vero che non c’era e l’abbia vista solo io?
Vuoi vedere che me la sono inventata? Ma perché? Che senso ha?
Finalmente a casa, ho una macchina di pacchetti
abbiamo speso una fortuna e penso che solo in queste feste mi accorgo di avere tutti ‘sti parenti
Non vedo l’ora di vedere le ciofeche che mi regaleranno a me,
soprattutto mio fratello, un taccagno che ha sposato una tirchia.
L’anno scorso m’ha fatto un paio di ciabatte di pezza che ho visto uguali alla Conad
non sono andato a vedere il prezzo per non incazzarmi,
tanto ancora sono incartate da qualche parte.

Oh Pinco Panco, ciao, vieni qui che nonno ti disegna la manina.



16 commenti:

  1. Certo che la Bianca è una Musa non da poco... :)

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  2. Che tristezza...questo post mi ha lasciato l'amaro in bocca e già che non ce lo avessi avuto. Queste feste sono state una grandissima....e che non pretendevo molto, solo un po' d'affetto e d'attenzione, va beh meno male che sono finite.

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  3. Non intendo parlare delle politiche che hanno permesso/portato a tutto questo ma commento il quadro che hai fatto della Roma che hai descritto: pare una corte dei miracoli. Ogni grande città lo è, o lo sta diventando, e non so quanto occorrerà per avere un maggiorente capace di far riguadagnare dignità e giustizia alla società.
    Il tuo raccontare è come sempre a cento all'ora e solo quando termino la pagina tiro il fiato.
    Ed è un bel respirare con la manina di Bianca... la vedo sul foglio... in attesa di quel che la fantasia del nonno le proporrà.... tutti e due in attesa di diventare grandi (una per età, l'altro per momentanea recessione).

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  4. Una corsa in presa diretta in cui i pensieri si rincorrono al galoppo e dal foglio bianco con sopra la manina bianca di Bianca (che immagino paffuta) ci trasportano per le affollate strade natalizie, di corsa e distratti, a raccontare il rimpianto per una mano monca aperta invano, al mancato dono che avrebbe forse lenito il senso del contrasto tra i condizionamenti delle abbuffate e dei regali obbligatori e la vera condivisione.
    Ammiro la tua scrittura e apprezzo la tua sensibilità.
    Ciao

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  5. chissà che storia c'era dietro a quella manina

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  6. Molto cinematografico questo tuo racconto, con questo esordio in flash back dalla manina di Bianca a quella con le dita monche, che nella versione originale mi pareva di un'altra bimba , ma è efficace lo stesso. Da te però mi sarei aspettato una diversa reazione all'indifferenza di chi ti accompagnava in questo viaggio alla riscoperta di una Roma ben diversa da quella che ricordo Il rimorso perciò te lo meriti e ti perseguiterà per sempre tutte le volte che guardi le manine di Bianca e disegno il suo contorno ;) Quanto ai regali inutili e/o indesiderati io ho trovato un rimedio a costo di perdere qualche falso amico o certa parentela. Ho detto a tutti che quest'anno non avrei fatto regali a nessuno, tranne ai bambini, e non ne desideravo, ma mi sarebbe bastati gli auguri e la loro compagnia e così è stato.

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  7. Vabbè che notoriamente io sono una che ha i lucciconi facili, ma questo post è troppo....troppo struggente. E per fortuna c'era la bella immagine della manina di Bianca sul foglio ad ingentilire il tutto.

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  8. Gioia, adesso che me lo dici mi accorgo che è vero.
    Adriana, mica vorrai dare la colpa a me? Io ce la metto tutta per tirarvi sù ma non sempre mi resce, anche io ho i miei momenti di riflessione. Ciao :-))
    Sari, adesso non prendere alla lettera quel che ho scritto, a Roma c'è di meglio, sono io che forse ero un po' di traverso. Adesso che so che leggi in apnea mi darò da fare per scrivere cose corte. Ciao.
    Luigina, Forse la Bruna era distratta dalla lista degli acquisti o forse ero io ad essere scoglionato per la stessa lista e ero attento ad altro, sta di fatto che le cose sono andate così. Ciao Lù.
    Sontyna ma dai che non è struggente, vacci te in giro per Roma e poi mi sai dire, Oggi mi portano Bianca e si fa il pomeriggio insieme. Ciao.
    Ragazze, grazie dei vostri interventi, ho idea che passerà del tempo prima che arrivi il prossimo, Grazie a tutte voi.
    Nina, te il teatro ce l'hai dentro, francamente non m'ero accorto di fare tutte quelle cose che dici te, però mi va bene, mica mi dispiace. Ciao.
    Amanda, una signora mi diceva che tutta sta gente fa parte di un gruppo, una sorta di mafia che la mattina li portano nei posti chiave e li vanno a riprendere alla sera, io non so se sia vero, so solo che in via Nazionale ce ne son talmentetanti che c'inciampi. Se fosse vero la storia si farebbeancor più complessa e triste.

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    1. in effetti in diverse città funziona così, come con i venditori africani

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  9. Tra fantasia e realtà non manca anche l'ironia per questa dove sono nato e dove vivo.

    ps. fatta -fatto ho commesso un errore, grazie

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  10. I pensieri che corrono su fili invisibili,per legarsi ad altre immagini e ancora fatti,immagini,luoghi e riflessioni.Leggo,qua e là,di viaggi,effetti collaterali o meglio opportunità delle feste ,ed ogni racconto,ogni viaggio ha le sue magie le sue alchimie,e sembra proprio che il viaggio quasi non sia importante,non più importante di ciò che attraverso di esso si vive o rivive.
    E la tua piccola Bianca,un sereno momento di sosta ,creativa.

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  11. La tua visita a Roma mi ha suscitato sensazioni un po' tristi, simili talvolta a quelle del film "La grande bellezza"...

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  12. E' la città che è ironica Aldo, e non poteva che essere così, con tanta seriosa classicità intorno
    se anche gli abitanti fossero seri si sarebbero sparati tutti.
    Ciao Chicchina Bianca è un punto fermo, entra in casa e chiede di nonno Palo, anzi adesso non chiede neanche più di nonno, dice Palo e basta.
    E i viaggi? sono una scusa per studiarsi, per confrontarsi, attraversare terre nuove per vedere come sarò dopo.
    Lili, non ho visto "la grande bellezza" ne leggo bene ovunque e adesso ha conquistato gli americani.
    Che bello saperci ancora grandi!
    Ciao ragazze.

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  13. "E i viaggi? sono una scusa per studiarsi, per confrontarsi, attraversare terre nuove per vedere come sarò dopo."

    E' proprio così caro Massimo, i viaggi sono anche un allegoria dell nostro viaggio nella vita, e ogni incontro con l'altro è un incontro con una parte di noi;
    chi ha occhi per vedere non solo la bellezza e l'armonia ma ha anche occhi che non distolgono lo sguardo dalle miserie, dalle follie di questo mondo, ha uno sguardo a 360° che abbraccia il tutto. Ne avrei da raccontare di certi incontri a Roma, ma ultimamente mi sembra che tutte le parole del mondo non potrebbero spiegare quelle emozioni e quelle sensazioni...tu invece continua che ci riesci benissimo, io aspetto di trovare le parole, forse leggendoti troverò il modo

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  14. Lode al bravo e tenero narratore di questa storia.Ciao

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  15. Janas, riesco a sopportare molto bene le adulazioni finchè non diventano una presa per i fondelli,
    se non hai le parole te, io son muto dalla nascita! Saluti a voi che vivete. I ferri da caòza costano meno della macchina da cucire e un ligure si adatta benissimo a spender meno.
    Unroseto, sono stato in via Cerreto, la tua, Anche te, vacci piano coi complimenti, ciao.

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