lunedì 6 maggio 2013

Incontro a Livorno



Graziano la chiama "amore" e Luciana gli posa la testa su una spalla,
poi arriva Nicoletta  che porta a Graziano il piatto con gli spaghetti alle vongole
lui ringrazia e comincia a mangiare.
Lei, Luciana, si rabbuia e a me che le sto davanti dice che ha paura,
ha paura di andare in barca domani,
ha paura anche di perdere gli occhiali e poi si mette a piangere.
Roberto cerca di tranquillizzarla dicendole
che non la costringerà nessuno a salire sulla barca,
ma lei piange lo stesso e allora arriva Nicoletta che la fa alzare e la porta fuori.
Lui continua a mangiare, quasi non  sapesse cosa sta accadendogli vicino.
Quando lei  torna è rinfrancata e beve un po' d'acqua.
Lui le si avvicina e le chiede come sta; lei lo guarda negli occhi e gli risponde che adesso va bene; era solo un po' di stanchezza.
Lo  dice anche a noi e poi lo va a dire anche agli altri,
lo dice a tutti:  "Era solo un po' di stanchezza”  e tutti confermano.
Entrambi down, fanno coppia senza sapere cosa sia o forse si.
Io non sono psicologo, ma Roberto lo è e mi spiega quanto  sia forte il loro legame
che però non riesce a superare l'ego di Graziano  davanti ad un piatto di pasta.
Mattia sta in disparte: è un ragazzo pallido, con capelli nerissimi, magro e alto;
dice di avere mal di gola e si vede bene che fa fatica a deglutire;
dice di avere anche la febbre e, a sentirgli la fronte, ce l'ha davvero.
Allora la Nico manda l'Antonia a prendere le medicine nel pulmino
lui s'è già spruzzato uno spray per il mal di gola,
Quando arriva l'Antonia con la borsa delle medicine,
dicendo che le sono cadute in una pozza d'acqua, Nicoletta storce  il naso
ma per fortuna sono in una scatola stagna e la tachipirina è salva. 
Mattia la prende come se ormai fosse cosa consueta prendere pillole.
Antonia si scusa della borsa caduta e comincia a essere un po' nervosa;
dice che Michele sta fumando un'altra sigaretta:
è a metà del secondo pacchetto,
"Non si vive così!" e s'incazza. Lo dice a testa bassa, senza guardare in faccia nessuno;
parla anche con me, ma non mi guarda;
ha un cappello nero con visiera, con una scritta coi lustrini,
orecchini neri che pendono e pantaloni e maglietta neri,  
tutto nero e decorato coi lustrini. 
Le dò la  mano, le dico di non preoccuparsi, che parlerò con Michele
e lo convincerò a non fumare più, almeno per stasera.
E'  borderline e sta in comunità, coccolata da tutti e a volte si pone al servizio degli altri.  Magra e minuta, traspare la  sofferenza che ha certamente provato.
M’intristisce vederla così e piangerei volentieri per lei, se solo servisse.
Stamattina era abbracciata a Nicoletta e le diceva: “Non lo farò più!”
Deve aver combinato qualcos’altro.
Io quella frase non la dico da una vita e credo che dovrei dirla a un sacco di gente,
ma non ci riesco e tiro avanti così.
Michele rientra a tavola, bello coi suoi diciassette anni,
non mangia perché fa una dieta di carne e carne stasera non ce n'è.
Scrive messaggi sul cellulare, 1200/1500 al mese
e spende per telefonate  circa 300 euro (mensili)
"Ma perchè Michi ?"
"Per non perdere i contatti"
Sta litigando con la ragazza e mi dice
che lei  gli aveva promesso di non uscire, invece è uscita.
Sul palco c'è una rappresentazione, si parla dei profughi istriani.
"Sai dov'è l'Istria?"
"No"
"Trieste?"
"No"
“Ma possibile che non sai dov'è Trieste?”
Allora gli spiego un po' di geografia e la storia dei profughi istriani.
Pare ascoltarmi interessato, ma non fa domande,
il telefono in mano vibra e io gli dico di aspettare un minuto che finisco.
"Non posso" e il pollice parte a razzo con una  velocità che non avevo mai visto.
Niente da fare, al telefono non resiste.
"Michi, mangia qualcosa"
"Adesso no, ho mangiato un pezzetto di pizza prima e non mi va niente"
"Ma se ti compro una fetta di carne?"
Mi guarda, non risponde e il dito riparte. 
Ha accanto una ragazzina che lo  guarda in adorazione.
"Michi, ti piace?"
"No, è meglio la mia"
"Ma se l'hai  lasciata..." 
"Quando torno m’ incazzo e la riprendo"
Roberto mi dice piano che, con tutta probabilità, quell'altra non esiste 
e al telefono fa tutto da solo.
"Ma perché se è così bello che potrebbe averne a mazzi?"
“I genitori sono sparpagliati e lui non ha una figura di riferimento 
e quindi se la crea da solo, adesso è una fidanzata ma potrebbe essere chiunque”.
Anna l’ho incontrata stamattina in banchina: era a braccetto con Nicoletta
mi dà la mano, ride e le dice qualcosa all'orecchio.
Poi saprò che le ha detto che ho il baffo malandrino e il sorriso che conquista.
A tavola racconta i suoi viaggi: San Pietroburgo,
col palazzo d'inverno dell'architetto italiano Rastelli
e quello d'estate  dell'architetto Trezzini e anche Nicola Rossi che ha fatto le strade,
i quadri impressionisti e una montagna di altre notizie,
che io manco mi ricordavo o nemmeno sapevo..
Lei invece ricorda tutto, poi il viaggio al Polo Nord con la nave
dentro tutti i fiordi con le montagne a strapiombo e i nomi delle città e dei paesi.
Ora non viaggia più: è morta la madre e lo dice come lo direbbe una donna grande,
aggiungendo anche che ha sofferto tanto (la mamma). 
Era figlia di una famiglia benestante ed è rimasta sola,
adesso è in  comunità, ha sessant'anni, ma i pensieri di una bambina. 
Mi guarda sorridendo  e ogni tanto mi viene vicino col viso.
E’ felice solo se parla. 
Quando tace si fa seria e fa una tenerezza che spacca il cuore.
Non sa che quasi l’invidio, 
mentre lei l’invidia non sa nemmeno cosa sia semplice com’è.
Stamattina li ho salutati tutti: l'Antonia si è girata dall'altra parte.
Michele mi ha promesso che verrà in barca e io gli ho detto che lo metterò al timone.
Luciana mi ha abbracciato, Graziano no: mi ha dato appena la mano.
Roberto dice che è geloso, io gliel'ho stretta con entrambe le mani e gli ho detto grazie, 
lui non ha risposto quasi sapesse di cosa lo stessi ringraziando.
Mattia mi ha dato la mano stando a debita distanza, con fare molto professionale
e Anna mi ha salutato con due baci sulle guance e una carezza.
"Vi voglio bene e voglio rivedervi presto tutti in barca. Ciao!"
Ho pensato che avrei dovuto scrivere di loro e stasera lo faccio
prima che il vuoto di domani diluisca questa emozione
che ancora  tengo stretta per paura di perderla.

29 commenti:

  1. I Graziano e Luciana, le Nicoletta e i Roberto e i Mattia, Antonina Michele e le Anna
    Che bella cosa, quanta bella gente

    Grazie

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  2. ricordo il matrimonio di una coppia di miei amici, lui infermiere in una casa famiglia per pazienti psichiatrici, lei tecnica in ospedale e volontaria in un centro per malati di AIDS dove si erano conosciuti. La settimana prima della cerimonia lei un incubo lo fece su quegli invitati particolari, poi però andò tutto a meraviglia, fu una cerimonia molto colorata, molto sentita, molto partecipata, ci volle solo un po' a calmare a fine cerimonia uno dei ragazzi terrorizzato all'idea che il suo M che andava in viaggio di nozze non facesse ritorno

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  3. Un'emozione che sei riuscito a trasmettere
    La loro fragilità fa tanta tenerezza e mi chiedo se la loro semplicità non sia una sorta di scudo che li preserva,in parte, da grandi sofferenze.
    Grazie!
    Cristiana

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  4. Chi, se non te, poteva lasciarsi emozionare tanto dai diversamente abili?
    Quel che le persone non accettano facilmente, è la loro spontaneità, la mancanza di convenzioni che solitamente ci riparano rendendoci accettabili gli uni agli altri, il vedere sul loro viso tutte le emozioni che li abitano: è come fossero nudi, ecco.
    Tornerai a parlar loro di barche? Se sì scrivine ancora...
    Ciao

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  5. Una volta di più, dopo aver sperimentato come paziente oncologica la velaterapia col Progetto Itaca, il tuo racconto mi convince che la vela, per le particolari ed uniche condizioni in cui viene svolta e per gli stimoli che offre a tutti i nostri sensi, è utilizzabile come metodo terapeutico per persone con disabilità di qualsiasi natura e per molte patologie ed offre potenzialità eccezionali. Infatti la vela non è solo sport, ma un modo diverso di vivere le situazioni che si presentano e che si devono affrontare: spazi ristretti, necessità di collaborare, l'obbligo di dover stare insieme finchè non si torna a terra... sono peculiarità che non possono essere riscontrate in nessun altro sport e pertanto possono portare a risultati non ottenibili altrimenti spingendo l'individuo ad andare oltre, abbattendo i limiti che sono dentro di noi.E non fa solo bene ai pazienti, ma anche alle persone generose e sensibili come te che mettono a disposizione gratuitamente la loro imbarcazione e ne traggono lezioni di vita da condividere con altri

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  6. E hai fatto bene a scrivere di questa giornata particolare e a descrivere le persone protagoniste che fanno molta tenerezza, non pietà.

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  7. Questa volta mi hai veramente commossa, hai scritto una pagina delicatissima e piena d'amore.
    E' tutto il giorno che faccio capricci per scemenze, mi hai rimessa con i piedi per terra. Grazie!
    Anto

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  8. C'era la brezza. Quella del mare.
    Anche nei capelli...

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  9. una pagina scritta molto bene, piena di una dolcezza e di una commozione che sei riuscito a trasmettere anche a chi legge.

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  10. il tuo sguardo si rivoltge a questi ragazzi con la sensibilità e la dolcezza di chi li contempla e non li giudica, di chi accorda il proprio cuore alle loro vibrazioni e ne sente gli stati d'animo come se fossero suoi..bellissimo racconto! un abbraccio

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  11. Sarà l'argomento, saranno i bei personaggi, saranno gli "a capo", saranno le atmosfere, sarà la tua scrittura, ma questi tuoi racconti paiono sempre parenti molto stretti della Poesia!
    Un abbraccio.

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  12. Molto toccante questo tuo racconto..mondi che si intrecciano che hanno bisogno di calore e tu ne dai..ed è bello.
    Così dovrebbe funzionare, ma spesso quelli che si definiscono "abili" non hanno il cuore abilitato.
    ps. è un periodo in cui ho molto da fare, tra nipotini ricami e varie..ma gli amici li ricordo sempre.

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  13. TENTARE, NUOCE grazie della visita, si bella gente.
    AMANDA, si, di queste cose si spaventano e hanno spesso paura di perdere quei pochi riferimenti che hanno. Ciao
    CRISTIANA, questi son fortunati che hanno assistenti che li accudiscono, Nico li bacia, li accarezza e magari li sgrida anche ma è sempre presente.
    SARI, è vero che è come fossero nudi, le emozioni si vedono tutte. Di diversamente abile ho conosciuto un ragazzo di Ravenna che ha avuto un incidente in moto e quando si è alzato a braccia dalla carozzella gli altri mi hanno detto che è il solito falso invalido.
    LUIGINA, io adesso credo che loro si siano messi gratuitamente a mia disposizione affinchè ne tragga vantaggio.
    ALDO, danno tenerezza e per questo si riesce ad apprezzarli perchè in fondo chiedono poco.
    ANTO, a te che fai capricci davvero non ti ci vedo, che fai pesti i piedi e ti butti per terra per un cucchiaino di marmellata? Ciao.
    MAESTRA, e quando arriva dal mare le mattine d'estate la senti dappertutto, fresca, che fa andare la barca e non hai che da scegliere la direzione.
    ADRIANA, lo sai che non è stato difficile, ho scritto solo quel che mi sono apparsi. Ciao.
    JANAS,non ho scritto che avevo un po' di timore nell'andare, son partito pensando che non sapevo come comportarmi e invece ero perfettamente a mio agio tanto che ho pensato che il psico...boh ero io e loro mi stavano assistendo.
    ZIO SCRIBA no, una critica letteraria non credo di meritarla, da te poi no, non me la merito, vorrei volare alto ma la terra mi attira troppo, grazie a ciao.
    RIRI scusa ma non riesco a commentare questo tuo ultimo post, hai postato una lettera troppo intima per infilarmici dentro. Grazie anche a te, ciao.


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  14. Un racconto che ha un sapore diverso, questo, così pieno di gente speciale e di relazioni molto forti, in presa diretta: non mediati dalle convenzioni e dalle sovrastrutture che ordinariamente fanno da filtro tra le persone.
    E' un ambito che anch'io conosco e a cui sono contigua anche per lavoro e capisco l'urgenza di dar loro voce e di voler condividere la ricchezza di queste relazioni.
    Un saluto con molta simpatia

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  15. Ciao Paolo, un po che non ci sentiamo, sei sempre incisivo quando scrivi, sembra di vederti tra questi amici speciali, che sanno dare tanto affetto. Certo tu sai capire
    bene l'animo umano e cogliere come piccoli fiori le tenerezze e i sentimenti in genere
    degli amici e mi risulta anche di conoscenti, che incontri per caso. Ciao Teresa.

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  16. Uno spaccato di umanità che colpisce, ferisce, intenerisce, emoziona...Questo si prova leggendoti, mentre si immaginano le persone che descrivi,fino a sentirle reali anche accanto a noi.
    A volte,non rendendosi bene conto della realtà, possono essere più felici di noi, ma altre volte soffrono molto di più, anche se i motivi per questa sofferenza esistono solo nella loro mente.
    Conoscere persone così arricchisce e rende più sensibili e tu lo sei molto profondamente.

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  17. Ciao compagno, solo per dirti che ho dovuto traslocare il blog e mi farebbe piacere se ne prendessi nota http://pincocri.blogspot.com

    Cristiana

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  18. è realtà?
    che tipo di comunità è?
    malattie mentali?
    l'"io" in prima persona sei tu?
    che tipo di esperienza hai fatto o stai facendo con loro?

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  19. Hai trascorso una giornata bellissima in cui hai dato amore e ne hai ricevuto. Ogni volta che ti leggo si consolida l'idea che mi son fatta di te, un uomo libero sensibile capace di empatia. Una persona speciale insomma.Grazie per avercela raccontata questa giornata particolare, ed in modo così semplice e pacato da farcela vivere! Le tue narrazioni entrano nel cuore direttamente perché vere, vissute con passione.Lili

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  20. NINA è vero che è un po' affollato il racconto,
    ma di queste persone non era importante dire di più di quel che ho detto
    va dato loro quel che hai da dare e basta.
    TERESA, io sono dell'avviso che gli incontri per caso
    non sono molti, gli incontri non programmati
    sono spesso dettati dal bisogno di incontrare una certa persona
    affinchè da essa si possa cogliere quel che ci serve.
    KATHERINE, io credo che soffrano perché capiscono la differenza,
    è possibile che non potendo passare la vita nella costante sofferenza
    la loro mente li porti spesso a vivere in uno stato quasi di beatitudine.
    Credo che sia come quando sei in lutto che non manchi di sorridere a una situazione
    o a cose che ascolti o a persone che saluti.
    CRISTIANA, compagna, ho preso nota.
    RIRI, non potevo scrivere di più, sarebbe stata intromissione. Ciao.
    SILVIA; è realtà, giuro!
    non era una comunità, era il raduno annuale di Unione Vela Solidale
    non solo malattie mentali, tutti gli handicap in genere.
    L'io in prima persona, sì sono io,
    la nostra associazione si chiama "Buon vento" e è nelle provincie di Pesaro e Perugia.
    Servisse altro "a disposizione".
    CIAOLILI, mentre sei lì non sai che dai o che prendi,
    sei lì e ci stai volentieri
    dopo, al ritorno o quando li lasci,
    allora ti accorgi che hai preso
    e quasi ti dispiace aver preso avendo dato poco
    oppure avendo dato senza accorgertene.
    Ciao.

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  21. Quando si atterra in un blog sconosciuto è questione di attimi per decidere se l'atmosfera è quella giusta e questo post mi ha ammaliato in un attimo...l'atmosfera è vera e sospesa nello stesso tempo. Dovrò leggere ancora per capire tutto ma credo ne varrà la pena. Bentrovato.

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  22. M'interessa, mi dai il link di questo buonvento?

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  23. La lettura più bella che potessi fare prima di andare a dormire....grazie.

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  24. MIGOLA, benvenuta, son già andato nel tuo blog a vedere, scrivi buono te.
    SILVIA, adesso ti dò questo poi un'altra volta quello di buonvento. http://www.unionevelasolidale.org/
    SYONTINA, grazie per avermi dato del soporifero, buona notte. ;))

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  26. Li guardi, li osservi nei loro eccessi, nella loro trasparenza... e vedi te stesso, chiedendoti quanto è vera la loro realtà e quanto lo è la tua.

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  27. OBSO_LUTE, ma questo nik è nuovo o vecchissimo?
    BEYK HAPPEL io (noi) a volte fingiamo loro no e francamente non so cosa sia meglio
    UNROSETO... diamoci una affettuosa stretta di mano che con gli abbracci delle commentatrici sono già parecchio inguaiato :))

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