domenica 16 settembre 2012

Il presidente Montini


Vivevamo a Porto Fuori e mamma era maestra d’asilo lì.
In quel periodo le “AAI” (Aiuti Internazionali) davano pacchi con viveri
agli asili e alle scuole soprattutto in quella regione
dove c’era stata una gigantesca alluvione causata dalla rottura degli argini del Po.
Presidente delle AAI era Ludovico Montini,
fratello di quello che poi diventò papa Paolo VI.
Era Natale e mamma aveva fatto il presepio e, siccome si sapeva
che sarebbe arrivato il Presidente Montini,
lo aveva fatto più grande e più bello del solito occupando 4 tavoli
messi in un angolo della sala della ricreazione.
Inutile dire quanto si fosse raccomandata con tutti i bambini affinché stessero buoni,
ma soprattutto con me: erano giorni che me ne parlava a casa,
dicendo quanto quel signore fosse importante e buono
e quanti viveri avrebbe potuto dare all’asilo.
Arrivò il giorno e mamma, col grembiule nero appena stirato,
riceveva quel signore dandogli la mano e per poco non gli faceva anche l’inchino.
Ricordo che gli arrivava a una spalla
e lui la guardava da quella che a me sembrava una altezza spropositata.
Noi bambini cantammo una canzone e poi ci mettemmo a giocare con l’assistente,
ad un certo punto la palla andò a finire sotto i tavoli del presepio
e io con gran foga corsi a prenderla colà;
mamma, mi chiamò forse per fermarmi,
ma io ero ormai sotto i tavoli e al perentorio richiamo mi alzai in piedi
buttando all’aria muschio, pupazzi, ciocchi di legno
e quant’altro costituiva il presepio.
Si salvò solo la capanna con la cristiana famigliola
e qualche pastore adorante che gli stava davanti.
Pensai che l’attenzione per l’importante ospite mi avrebbe salvato
Inutile pensiero, con mamma non c’era scampo!
Quando l’ospite alla fine della visita si rifugiò in cucina
mamma gli offrì un caffè
e qui è necessario dire che la cosa che a mia madre riusciva meglio in cucina
era far bollire l’acqua,
qualunque altra incombenza era riconosciuta in casa e fuori assolutamente disastrosa.
Il Signor Presidente (mamma sapeva mettere le maiuscole anche quando parlava)
bevve il caffè e poi esclamò: “Signora lei mi ha avvelenato!”
gli diede la mano e mentre stavamo tutti col naso appiccicato ai vetri delle finestre
lo vedemmo partire su un macchinone nero
con l’autista che aveva un gran cappello da generale.
.Nonostante il guaio del presepio e il tentativo di avvelenamento
i pacchi viveri arrivarono lo stesso ma io ricordo ancora il fischio all’orecchio
causa della sberla che mi arrivò di sorpresa mentre ero ancora alla finestra.

7 commenti:

  1. Un racconto-ricordo sorridente e commovente della tua infanzia e della tua mamma.
    Un caro saluto,
    aldo.

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  2. Ciao Aldo,
    grazie per i commenti che mi fai sempre.

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  3. Ciao Massimo,
    ho letto tutti i racconti. Tu sì che scrivi bene, ma l'avevo notato già nell'altro blog. Io metto solo un po' di ordine ai pensieri che altrimenti girerebbero in tondo nella mia testa, tu ...scrivi.
    Complimenti.

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  4. Come ho già avuto modo di dirti, perché ho fatto un corso di formazione per assistenti nelle colonie dell'AAI a Cesenatico, ho conosciuto personalmente Ludovico Montini il fratello del papa e ti assicuro che era una persona molto spiritosa e dotata di grande senso dell'humor oltre che di una grande umanità e in questo tuo ricordo lo hai evidenziato

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  5. però! Che tenerezza per quella sberla...ah il mondo degli adulti, e se il bambino avesse restituito la sberla alla mamma per aver "avvelenato" il signor Presidente?...aoh sono sempre stata reazionaria e sempre dalla parte dei bambini!!
    Buona Vita ..

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